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Il Sughero

In entrambi i lati dalla strada querceti si susseguono a querceti i cui tronchi sono di colore rosso mattone là dove è già avvenuta l’ultima scorticatura. Stiamo andando a Tempio Pausania, capoluogo della Gallura, ad un’oretta di macchina dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites, 63 km, che è il più importante centro della Sardegna e dell’Italia per la produzione,  lavorazione e commercializzazione del sughero. Il sughero ha da sempre attratto l’uomo: alcuni studi datano l’origine della quercia da sughero a circa 60 milioni di anni fa e resistette al periodo glaciale di 25 milioni di anni fa grazie alla protezione termica della sua corteccia. Gli archeologi hanno trovato testimonianze che sin dal 1300 a.C. gli egiziani usavano il sughero per  fabbricare utensili domestici, galleggianti per la pesca e chiusure di contenitori: che nel secolo V a.C. i greci chiudevano le anfore con tappi di sughero; che nel secolo IV a.C. i romani lo utilizzavano per isolare i tetti, per chiudere i contenitori e per le solette nelle calzature. E che anche in Francia sono state scoperte diverse anfore del III secolo a.C. che mantenevano del vino ancora in buono stato. Successivamente in Portogallo nei secoli XV e XVI sono stati ritrovati i primi documenti di protezione dei querceti per regolare sia l’utilizzazione del sughero che la sua commercializzazione. Il sughero è stato usato per le caravelle che all’epoca scoprivano i mondo sconosciuti. In Italia, i primi a usufruire ampiamente del sughero furono i Sardi: proteggevano gli utensili dall'umidità, realizzavano panchetti e banchi e recipienti vari per l’uso quotidiano. Oggi la quercia da sughero in Sardegna  è presente su un’area di 90 mila ettari.

Si narra che il monaco benedettino Don Pierre Pérignon, dopo aver scoperto il modo per rendere il vino frizzante, fosse stato il primo nel secolo XVII, nel nord della Francia, a utilizzare tappi di sughero per chiudere le bottiglie dei vini della regione dello Champagne la cui perfetta conservazione rese pregiati i vini. Sarà da questo momento in poi che avrà inizio lo sviluppo delle industrie del tappo di sughero sia in Europa che negli Stati Uniti. Nel nostro secolo  il sughero ha trovato impiego nell’industria automobilistica, dei trasporti di ultima generazione, aeronautiche e aerospaziali. Ma cos’è il sughero? E’ la corteccia esterna, detta secondaria, che riveste il fusto e le radici della quercia da sughero, tipica del Mediterraneo.

Coltivarlo richiede conoscenza e avere l’attenzione di non scorticare piante che non abbiano meno di 10 anni di età per non rischiare il loro deperimento. La raccolta del sughero non danneggia l'albero, essendo rimossa solo la corteccia, successivamente un nuovo strato di sughero ricresce, essendo una preziosa risorsa rinnovabile. Dal sughero maschio si ricava il sugherone di qualità meno pregiata, mentre dalla sughero femmina si ottiene la qualità più valida commercialmente. L’operazione di scorticatura viene ripetuta dopo altri 10 anni e la vita del querceto può arrivare fino a cento anni. Le querce da sughero,  riescono a sopravvivere agli incendi per la loro corteccia isolante che salva l’anima dell’albero. 

Al ritorno dalla gita so da ora in poi che guarderò con occhio di riguardo qualsiasi tappo di sughero che mi ritroverò in mano.

Il suono morbido di un sughero che viene stappato dalla bottiglia ha il suono di un uomo che sta aprendo il suo cuore.” (William S. Benwell)

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di Daniela Toti

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