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Pozzo Sacro Milis A Golfo Aranci

A 2 km, cioè 5 minuti in macchina dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites  c’è il Pozzo Sacro Milis di Golfo Aranci, uno dei più importanti della zona, che risale al VIII - VII secolo A.C. Il sito si trova tra due fasce di binari in parte dismessi. La parte esterna fu seriamente danneggiata dai lavori svolti nell’800 per la costruzione della linea ferroviaria. Il pozzo, che in passato è stato scarsamente studiato e valorizzato sebbene si trovi in un’area importante per lo sviluppo turistico e culturale del territorio, vive oggi di una nuova aspettativa. Infatti il 7 settembre 21 il Comune di Golfo Aranci si è aggiudicato il «servizio di progettazione, compresa la progettazione dello scavo archeologico, direzione lavori e coordinamento della sicurezza degli "Interventi di tutela e valorizzazione del Pozzo Sacro Milis"». Come spiega la delegata alla cultura Alessandra Feola. «Il pozzo sacro Milis è un sito archeologico considerato della massima importanza, e a Golfo Aranci avremo la possibilità di fare il primo passo per la fruizione pubblica del sito archeologico che sarà inoltre un attrattore del turismo culturale del nostro paese e dell'intera Sardegna».

In passato veniva chiamato Puttu Romanu (Pozzo Romano), sostituito dal nome Pozzo Sacro Milis, probabilmente assimilabile al termine latino miles (soldato). Il pozzo veniva utilizzato dalle barche che si avvicinavano alla costa per rifornirsi di acqua e fu sfruttato fino a poche decine di anni fa come cisterna. 

Mi piace immaginare la frequentazione di questo pozzo nel corso dei secoli: grazie a 150 modellini in bronzo di navicelle che sono stati ritrovati, unici nella loro forma nel panorama del mediterraneo, sappiamo che gli antichi sardi erano degli abili navigatori, come Gli Shardana: Guerrieri Di Sardegna che arrivarono fino in Egitto e alle coste del Medio Oriente. Sicuramente quelle navi si approvvigionavano di acqua anche a Milis. Poi fu la volta delle navi fenicie, prevalentemente commerciali, e quindi delle navi puniche, le quinqueremi alle quali i romani dovettero conformarsi per poterle affrontare. Dalle galee del medioevo ai vascelli corsari, tutto questo veleggiare pacifico o bellico che, arrivando al golfo dove si trovava Milis, provvedevano al rifornimento del prezioso vitale elemento: l’acqua.

Per costruire il Pozzo Sacro Milis sono stati usati conci di scisto e calcare perfettamente lavorati e collocati allineati; la scala è formata da 22 gradini ma al momento dello scavo se ne contavano almeno 40. La copertura del vano è gradonata che dà l'impressione di una scala specchiata, un’immagine di doppia scala che crea un particolare effetto architettonico arricchito dai riflessi dell’acqua. Intrigante la rappresentazione grafica attuale del Pozzo Nuragico Milis, la cui forma riporta all’organo sessuale maschile. Un pozzo dalle sembianze “maschili”, probabilmente dedicato al culto del Dio Padre o De Su Babbu o Su Mere Mannu

Il sito potrà finalmente essere restaurato, nuovi scavi potranno essere effettuati e, con la messa in sicurezza e la sistemazione dell'area intorno al pozzo, avrà la valorizzazione che merita. Si potrebbe capire meglio qual era il suo uso e il perché della sua posizione insolita rispetto agli altri pozzi sacri nuragici presenti in Sardegna.

“Chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”. (Gesù Cristo)

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di Daniela Toti

Nella foto, il Pozzo Milis preso dal sito web del FAI

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