Porto Torres: Turris Libisonis 0 Comments
È notizia della fine di Luglio 2021 la scoperta di un importante insediamento romano e nuragico durante i lavori di un nuovo Campus universitario, nell’area di San Lorenzo a Sassari. Già negli scorsi decenni erano stati fatti ritrovamenti dell’acquedotto romano che da Sassari portava acqua alla più importante città romana del nord della Sardegna, seconda solo alla Caralis romana (Cagliari) per importanza e prestigio sociale e commerciale: Porto Torres, la Turris Libisonis romana.
A 144 km fatti in 2 ore e 15 minuti dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites, Porto Torres è una delle più preziose eredità lasciateci della Sardegna Romana, nell’estremo nord-ovest.
L’antica città romana di Turris Libisonis, punto di incontro marittimo e accesso al nord-ovest per l’Urbe, fu fondata al centro del Golfo dell’Asinara presso la foce del fiume Mannu, collegando Roma con i principali scali del Mediterraneo e in particolare con Ostia. Il nome di Turris forse faceva riferimento a una torre nuragica, visto che quell’area ha una alta concentrazione di nuraghi. Nel 46 a.C. venne fondata la Colonia Iulia Turris Libisonis, che era l’unica abitata solo da cittadini romani, inizialmente da militari congedati, e successivamente da veri e propri coloni. Alla fine del I secolo d.C. aveva porto, acquedotto e terme, templi, tribunale e nelle iscrizioni è citato un fabbricato adibito agli spettacoli, il tutto a testimonianza del benessere del tempo dell’impero romano.
Il suo celebre passato è ben preservato nel Parco Archeologico della città: resti di edifici pubblici e abitazioni, vie lastricate e tabernae (botteghe), alcune incorporate dell’Antiquarium Turritanum, e il museo. All’interno del Parco Archeologico si trovano le terme del Palazzo di Re Barbaro, la Domus di Orfeo, la Domus dei Mosaici, le Terme Pallottino e le Terme Maetzke. Lo schema delle terme è quello delle grandi terme imperiali con ambienti per i bagni freddi, la sala del frigidario, altri per quello caldo, il tepidario e il calidario, poi le natationes, vasche utilizzate per nuotare, e quindi stanze per la sauna e per i massaggi. È uno dei più grandi stabilimenti balneari della Sardegna romana. La domus di Orfeo, con intonaci dipinti e mosaici ai pavimenti, ha il prezioso ritratto di Orfeo che suona la lira e dalla domus del Satiro proviene una maschera marmorea esposta nell’Antiquarium. Delle terme Pallottino, di fine III secolo, restano quattro colonne mentre il suo peristilio sorge lungo la strada verso il Ponte. Lungo 135 metri e con sette arcate, Ponte Romano è il più grande dell’Isola.
Il declino di Turris iniziò con la crisi dell’impero d’Occidente. Nel V secolo fu conquistata dai Vandali, nel VI secolo subentrarono i Bizantini. La minaccia dei Longobardi portò Turris a organizzare impegnative difese e ad alloggiare contingenti militari. Dopo l'interruzione dei contatti con Costantinopoli nel corso del IX e del X secolo vennero a formarsi i quattro giudicati sardi, tra cui il Giudicato di Torres-Logudoro, con la prima capitale a Turris, che rimase anche Sede Vescovile dal 484 fino a tutto il Medioevo.
Essendo la regione abitata sino dalla preistoria per il suo porto fluviale sulla foce del rio Mannu, posizione che facilitava il sorgere di un centro abitato, esistono lì molte tracce della Civiltà Nuragica con nuraghi conservati in buono stato. Troviamo anche le Domus di Andriolu e le Domus de Janas, decorate con simboli e forme architettoniche tipiche della Nurra. Fuori dal sito archeologico, sono conservate alcune necropoli di varie epoche: la più antica, su una riva del rio Mannu, è la necropoli di Su Crucifissu Mannu dell’epoca prenuragica, con caratteristiche antichissime decorazioni.
In tempi moderni, Porto Torres divenne il polo petrolchimico SIR dagli anni 1961, ma la crisi globale del 2007 costrinse l'impianto petrolchimico a chiudere nel 2010. Iniziò così un periodo di grande riconversione per trasformare il polo industriale in città turistica. Gli edifici industriali nel centro cittadino sono stati rimossi o destinati ad altro uso, mentre il porto civile è stato ampliato e predisposto per il transito turistico. Questa riorganizzazione turistica si allea al rilancio turistico del Golfo del 1998 quando, eliminando il carcere di massima sicurezza dell'Asinara, si istituì la fondazione del Parco Nazionale dell'Asinara. Abbiamo parlato dell’Asinara nell’articolo Enrico Mereu, Scultore Di Asinara.
Al rilancio turistico ha partecipato anche Stintino, nato per accogliere i pescatori che erano stati allontanati dall’isola dell'Asinara quando venne trasformata in colonia penale, con la sua sabbia bianca finissima, i suoi panorami emozionanti, il mare dall’azzurro al turchese, il contatto con una natura ancora incorrotta…
“C’era una volta un’isola bella e maledetta, dove il tempo scorreva lento, tra la natura incontaminata e i lamenti di chi la abitava. Un microcosmo fatto di silenzi, di colori, che non son solo quelli del mare. Il blu è stato per tanto tempo il colore delle sole sbarre, il bianco ha caratterizzato i muri e le lacrime versate. Oggi sull’isola il colore che prevale è il verde della Macchia Mediterranea: è un Parco senza alberi, con i suoi asinelli bianchi, i suoi casermoni e le sue storie...” (Chiara Boni - sull'Asinara Colonia Penale)
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di Daniela Toti
Nella foto, foto del sito archeologico Turris Libisonis presa dal web
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