Il Principe Torco E Le Bocche Di Bonifacio 0 Comments

Il Principe Torco E Le Bocche Di Bonifacio

Le Bocche di Bonifacio, quello stretto che separa la Corsica dalla Sardegna, prendono il nome dalla cittadina corsa di Bonifacio, dove anche il Parco nazionale de l'Arcipelago della Maddalena  è posizionato tra le due isole.

Le Bocche di Bonifacio vengono anche chiamate il “Regno del Vento” e le forti correnti, spinte dal vento dominante, rendono difficile la navigazione soprattutto con il Maestrale, il vento da nord ovest. Il passaggio sullo stretto è proibito alle navi che trasportano sostanze inquinanti che, in caso di incidente, inquinerebbero questo tratto di mare dove, tra l’altro, si trova il Santuario dei Cetacei, del quale il Gabbiano Azzurro Hotel & Suites vi parlerà prossimamente.

Oggi dallo stretto delle Bocche vanno e vengono linee di navi passeggeri che collegano la Sardegna con la Corsica, con il resto d‘Italia e con la Spagna. Ma frequentemente in estate si vedono anche le vele delle barche che gareggiano alle regate degli Yacht Clubs del nord Sardegna o della Corsica.

Una bellissima leggenda narra che, quando la Sardegna era davvero selvaggia, e i suoi abitanti vestivano di pelli, i Sardi Pelliti che combatterono con l'eroe sardo Ampsicora, viveva tra questa gente il principe Torco. Figlio del dio degli abissi e abile nocchiero, con la sua nave leggera e veloce, costruita con canne e giunchi legati a fasci, impediva ai predoni del mare di avvicinarsi alle coste sarde

Fintanto che Torco si mantenne giovane e forte, nessuno predone riuscì a sbarcare in Sardegna. Ma anche per Torco iniziò la discesa della volta della vita. E così, mentre lui invecchiava, gli aggressori si fecero sempre più minacciosi lungo la costa dell’isola. Torco riuscì però a proteggere l’indipendenza della sua terra accorrendo di volta in volta a ogni allarme, ricacciando in mare gli invasori con violente battaglie, tra le quali a Cala Moresca, a Baia dei Saraceni, a Punta Falcone. 

Fino al giorno in cui vide all’orizzonte un’immensa flotta di navi nemiche che occupava tutto il mare, arrivata direttamente dall’Africa al comando di Atlante, il re più forte e crudele di tutto il brigantaggio del Mediterraneo. Torco capì che questa volta sarebbe stato lo scontro finale della sua vita.

La battaglia infuriò nel tratto di mare che separa la Sardegna dalla Corsica, le Bocche di Bonifacio di oggi. Atlante iniziò l’attacco e le piccole barche di giunchi guidate da Torco e i suoi tennero testa ai pirati fino a quando una robusta nave nemica gli speronò la barca che affondò con lui e tutti i suoi marinai. Gli altri marinai sardi vedendo sparire il loro capitano tra i flussi si scoraggiarono e Atlante ne approfittò per rafforzare la battaglia, mentre il corpo di Torco sprofondava nel mare profondo.

Ma sul fondo del mare il dio degli abissi suo padre accolse quel corpo e adagiandolo delicatamente su un letto di alghe, gli alitò in bocca lo spirito del mare. E allora avvenne il prodigio: al vecchio guerriero comparvero le branchie mentre le gambe si trasformarono in una lunga coda. Così Torco riprese a vivere trasformandosi in un principe tritone, e risalì in superficie alla guida dei tritoni del mare.

Mentre la battaglia fra Atlante e i marinai sardi era ormai giunta alla fine e la vittoria dei pirati africani era ormai vicina, dal mare emerse un branco di tritoni che accerchiò le navi pirata e, agitando il mare con possenti colpi di coda e scatenando una spaventosa burrasca, con potenti ondate travolsero e distrussero la flotta nemica.

Il vecchio principe Torco vinse anche l’ultima battaglia contro il malvagio Atlante, ma non poté mai più tornare ad essere un uomo, rimanendo tritone per il resto dei suoi giorni. 

Ancora oggi si narra che, quando le acque delle Bocche di Bonifacio si gonfiano e infuriano con rumore di tuono, è Torco che, risalendo dagli abissi, allerta i sardi dai vecchi e dai nuovi nemici in arrivo.

 

“I venti costringono il navigante che le attraversa a farsi scudo delle coste della Sardegna: le Bocche di Bonifacio sono un torrente in piena che scorre inarrestabile da Ovest a Est.” (Daniela Dawan)

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di Daniela Toti

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