Il Mirto 0 Comments
La Macchia Mediterranea in Sardegna, è formata, insieme a varie altre essenze quali cisto, lentisco, ginepro, corbezzolo, da uno dei suoi più comuni componenti: il mirto. Tutto l’arbusto è molto aromatico, fiori e frutti compresi, ma viene anche usato come pianta ornamentale. In estate sbocciano i piccoli fiori bianchi che poi diventano piccole bacche nere o blu, usate per produrre il famoso liquore digestivo. Il mirto è spesso sinonimo di Sardegna, dove la pianta e il liquore sono intrecciate con tradizione e quotidiano.
Il Mirto ha una tradizione simbolica arcaica. Nell’antichità era un arbusto sacro a Venere, in quanto si narra che la dea si fosse rifugiata in un mirteto quando nacque nuda dalla spuma del mare. Veniva considerato una pianta porta fortuna e infatti i soldati partivano in battaglia cingendosi il capo con una corona di mirto, che era la pianta prediletta dagli atleti, dai grandi guerrieri e dai fondatori di nuove colonie dell'antica Grecia.
Cingeva la testa degli sposi durante la festa nuziale, un augurio di vita serena e felice, e per esempio in Inghilterra, viene ancora inserita come augurio nella composizione di bouquet nuziali. In Germania, ancora oggi, è usato come pianta propiziatoria nelle nozze. È considerata la pianta afrodisiaca per eccellenza: si consiglia a chi cerca l’amore di spiccarne un ramo.
Conosciuto nel medioevo per le sue virtù curative, l’olio essenziale del mirto ha proprietà balsamiche, antinfiammatorie, astringenti e leggermente purificanti. I profumieri ottenevano "l’acqua degli angeli" distillandone i fiori.
Già in passato in Sardegna e in Corsica si produceva il cosiddetto "vino di mirto", ottenuto dalla fermentazione delle bacche in acqua o lasciandole macerare nel vino con aggiunta di miele. Oggi il liquore di mirto rosso si ottiene macerando per un mese 1 kg di bacche mature di mirto per ogni litro di alcool. Ha una gradazione alcolica del 30% o del 32%. Fa parte della tradizione popolare di Sardegna generalmente come digestivo, dopo i pasti, ed è consumato ghiacciato. L’inserimento del Liquore Mirto di Sardegna nell'elenco ufficiale dei Prodotti Tradizionali risale al 1998. Alcune pasticcerie isolane lo usano nell'impasto di farcitura dei cioccolatini.
Le bacche di mirto sono utilizzate anche per aromatizzare le linee di cortesia degli Alberghi; l'ospite trova infatti a disposizione shampoo, bagno doccia, creme per il corpo.
In cucina il mirto veniva e viene usato per aromatizzare la cacciagione. Curiosamente pare che il nome della Mortadella derivi da Myrtarium, in quanto anticamente si usavano le bacche di mirto per profumare questo insaccato. In sardo la Mortadella si dice Murtadella, forse da murta=mirto.
“Chi sogna un mirto, i suoi affari intrapresi prospereranno, e, se non ha affari intrapresi, riceverà un'eredità da qualche altra parte”. (Talmud)
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di Daniela Toti
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