L'Arte Della Pasticceria Di Nozze In Sardegna 0 Comments
"Comment’est durche su mele, siat durche s’amore", ovvero: "Come è dolce il miele, così sia dolce l’amore". Questo è un augurio che nel nuorese fanno agli sposi.
La tradizione dei momenti importanti in Sardegna nasconde un “cuore dolce” che esprime al suo meglio per festeggiare la celebrazione del matrimonio. Un insieme di ingredienti preziosi, frutto di lavoro e di impegno della “comunità”, che accoglie una nuova famiglia. I dolci per il matrimonio in Sardegna sono spesso preparati dalla suocera che li dona alla sposa, oppure le due consuocere li preparano insieme o ancora lo sposo incarica una “maestra” (spesso una vera artista) che è una specialista nei dolci.
Dolci di realizzazione elaborata e impegnativa, i druccis finis (dolci fini) hanno sempre un significato simbolico: bianchi, perché riferiti alla purezza della sposa, indicanti auspici di prosperità del matrimonio come grappoli d’uva, fiori, colombelle, cuori, culle per bambini.
Le capigliettas, per esempio, hanno un bianchissimo involucro di pasta a forma di rombo o di cuore ripieno di mandorle, liquore e scorza di limone che viene glassato dopo la cottura e decorato finemente alle volte anche con foglia d’oro, sono della zona dell’oristanese e del Montiferru.
Nel nuorese preferiscono la forma del cuore, sos coros, ma si preparano anche in altre forme con una sfoglia di pasta farcita di mandorle, miele e scorza d’arancia (che pesano anche 800 grammi l’uno!).
Un tempo, la suocera ne regalava nove alla futura nuora di cui uno della forma del regalo che avrebbe fatto lo sposo: un anello, un rosario oppure dei bottones, cioè gioielli in filigrana.
Una versione più piccola dei sos coros, detti durchicheddos venivano regalati a parenti e amici nell’invitarli al matrimonio.
La pasta violata (classica pasta sarda, preparata con semola e strutto oppure olio d’oliva), la pasta di mandorle, le mandorle candite aromatizzate con acqua di fiori d’arancio, il miele, la scorza d’arancia e la glassa sono gli ingredienti principali che la pasticceria sarda impiega, unita all’abilità e l’arte dei pasticceri e delle pasticcere.
I garminos (o germinos, o gesminus) sono tipici di Atzara e Neoneli (Nuoro).
I candelaus tipici druccis finis (dolci fini) di Quartu Sant’Elena.
I mustazzoleddus de mendula di Paulilatino (Oristano) generalmente a forma di rombo
I pistoccheddus, 10 centimetri di sfoglia sottile e croccante.
Particolari sono i caschettes di Belvì (Nuoro). Bellissimi per la finezza e la delicatezza, si preparano tirando la pasta in sfoglie strette e sottili come la carta velina (comente su papperi ‘e seda) sulle quali si posano rotolini di ripieno di nocciole, miele e acqua di fior d’arancio. La pasta poi si piega in due e, con il ripieno alla base, si avvolge e si chiude in lunghi ghirigori. Si rifiniscono con confettini colorati e il risultato finale è quella di un velo ricamato mentre il sapore è divino
(nella foto l'arte pasticciera di Roberto Murgia)
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di Daniela Toti
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