Guglielmo Marconi In Sardegna 0 Comments
Partendo dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites, proseguendo oltre il porto di Golfo Aranci, passando vicino al Tempio Nuragico a Pozzo di Milis, si arriva alla splendida spiaggia di cala Moresca in circa 30 minuti di passeggiata. Proseguendo poi a piedi si raggiunge Capo Figari, un promontorio nel comune di Golfo Aranci, Riserva Naturale Regionale importante sia dal punto di vista naturalistico che ambientale, famosa per la straordinaria biodiversità. Un’arrampicata di circa 7 chilometri che portano ad un’altezza di 344 metri. Lungo i sentieri si possono ammirare ginepri secolari, la vegetazione della macchia mediterranea, forse incontrare un muflone, un cinghiale, avvistare i gabbiani, i cormorani e, se fortunati, persino il falco pellegrino.
Ed è proprio da lassù che Guglielmo Marconi, fisico, inventore, imprenditore e politico italiano, insignito del Premio Nobel per la fisica nel 1909, compì con successo l’esperimento, un fondamentale capitolo della storia delle radiocomunicazioni, che aprì la strada a successive scoperte come il radar e il cellulare.
Installando sul promontorio di Capo Figari un impianto radio a fascio direzionale, sulla lunghezza d’onda dei 10 metri, orientato verso un impianto identico installato a Rocca di Papa sulla costa laziale, Guglielmo Marconi guidò l’esperimento di trasmissione radio ad onde ultracorte, le microonde, nella frequenza dei 500 megahertz, e riuscì a collegarsi con l’uguale apparecchiatura collocata sull’altra sponda del Tirreno.
Era l’11 agosto del 1932 quando la nave laboratorio Elettra si diresse verso Golfo Aranci per l’importante esperimento, conferendo così quell’attestato di importanza storica al Comune che, memore e riconoscente, gli ha dedicato non solo la via che porta al Porto ma anche un bellissimo monumento al centro della rotatoria spartitraffico all’ingresso del paese di Golfo Aranci. L’opera in onore di Guglielmo Marconi si chiama La colonna di Luce, come riportato sulla base in pietra. L’autore è Lorenzo D’Andrea, scultore, pittore e “fratello” della comunità massonica, Grande Oriente d’Italia, alla quale pare sia appartenuto anche il fisico italiano. Sembra un obelisco alto 12 metri, ma non è monoblocco bensì realizzato in blocchi di granito alternati l’uno sull’altro per creare un gioco di specchi, luci e ombre che, specialmente quando è illuminato di sera da un sofisticato sistema illuminotecnico, dà un particolare effetto di una torre-antenna.
La figlia del grande fisico, la principessa Maria Elettra Marconi Giovannelli, che da bambina si era tuffata nelle limpide acque di Golfo Aranci da quel panfilo che aveva il suo nome, nella sua qualità di ambasciatrice di tanto padre è stata in collegamento, non radio ma via smartphone, all’inaugurazione del monumento.
Forse proprio dall’alto di Capo Figari, Marconi così si espresse: “…amo la bellezza della natura – l'espressione della Volontà di Dio – dove si possono trovare i valori ideali eterni: la verità, il bello e il buono…”
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di Daniela Toti
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