La Madre Dell'Ucciso: La Pietà Sarda 0 Comments

La Madre Dell'Ucciso: La Pietà Sarda

In un esteso territorio della Sardegna centrorientale, ricco di splendide montagne dalle pareti scoscese, di profondi canaloni, di caverne e grotte, dove la ricerca archeologica sta riportando alla luce i reperti della storia più antica dell’isola, a Sa Domu e S’Orcu di Urzulei, 2 ore e 150 km di strada dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites, è stata ritrovata la statuetta di bronzo "La Madre dell'Ucciso" che, circa tre millenni prima, sembra proprio racchiudere la fase embrionale dell'arte de La Pietà di Michelangelo.

"su d'uno sgabello, in parte tutt'ora immerso nella massa di piombo che lo fissava alla base, sta seduta una figurina della madre con il figlio in grembo..."

"La donna, assisa frontalmente, alza sul gomito ripiegato la destra in atto di pregare; e con la sinistra, dalle dita precisamente segnate e distinte, afferra alla spalla sinistra e sostiene il figlio con evidente sforzo sofferto anche, simbolicamente dalle proporzioni della mano stessa; ...il figlio è un uomo adulto..." (Scultura della Sardegna Nuragica di Giovanni Lilliu).

Se chiudiamo gli occhi e riportiamo alla mente la Pietà del Michelangelo, specularmente questa sopra è l’esatta descrizione dell’opera meravigliosa del Buonarroti: una madre pietosa con il figlio adulto tenuto amorevolmente in braccio.

Si racconta che agli inizi del '900 un giovane pastore di nome Mulas avesse trovato a Sa Domu 'e S'Orcu, in cima al monte che probabilmente ospitava un preistorico centro della lavorazione del bronzo, una strana statuetta, alta circa 10 centimetri, raffigurante una donna seduta con un uomo tra le braccia. Non era stato difficile trovarla scavando un po’ nel terreno. Qualche anno dopo, nel 1930, la consegnò al famoso archeologo Taramelli, che si trovava in zona per redigere la Carta Archeologica.

Nel bronzetto il figlio è seduto in grembo alla madre ed ha il pugnale e il berretto. 

Ci sono varie interpretazioni: chi pensa ad una madre che ringrazia la divinità per il ritorno del figlio ferito dalla guerra; chi invece ritiene che sia una Dea Madre che accoglie tra le sue braccia il defunto  e chi suppone che rappresenti due divinità distinte. 

Oggi la si può ammirare al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

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di Daniela Toti

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