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Necropoli Di Su Crucifissu Mannu

le abilità chirurgiche dei Nuragici

 

A 1 ora e 43 minuti di macchina e a 134 km dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites, si trova la Necropoli ipogeica, (una necropoli scavata e sotterranea), di Su Crucifissu Mannu, a Porto Torres - Turris Libisonis, composta da 22 tombe di varia grandezza e tipologia, originariamente risalenti alla “Cultura di Ozieri” (neolitico finale 3200-1600 a.C.).

La necropoli è un complesso di Domus de Janas scavate in un banco di roccia calcarea e fu portato alla luce nel 1956 e nel 1972-80.

Delle 22 sepolture, alcune sono state rinvenute sigillate, documentando pratiche sepolcrali e fornendo dei preziosi reperti, come 3 idoletti in pietra della Dea Madre, ceramiche di “Cultura Bonnanaro” (1800-1600 a.C.), bottoni a calotta sferica, forati, il “Vaso Campaniforme” (2100- 1800 a.C.) e molti oggetti di corredo funebre, utili per la datazione, e quattro brassard, i bracciali per riparare il braccio o il polso dalle frustate della corda dell’arco al momento dello scocco.

L’eccezionale ritrovamento di due crani trapanati, “in vivo”, ci testimonia che in Sardegna nell’anno 1600 a.C. viveva un popolo che eccelleva anche per le abilità chirurgiche. Non erano interventi praticati sui morti, perché in almeno un caso la persona sopravvisse alla misteriosa pratica. 

Molto interessanti sono le decorazioni taurine dotate di corna a mezzaluna (protomi bovine) scolpiti alle pareti, le tracce di colonne di sostegno delle volte e le decorazioni di false porte.

La “falsa porta” è presente in diverse Domus de Janas in Sardegna ma lo è anche nelle strutture funerarie dell’Antico Egitto. Rappresentava il passaggio attraverso il quale l’anima passava dalla vita alla morte, che in una Necropoli avrebbe un senso compiuto. In questo caso Domus de Janas assumerebbe il significato di “case in cui ci sono le porte”. Questa ipotesi però ci priverebbe della mitologica presenza delle Janas e fate o fadas nelle necropoli. Una vera rivoluzione che implicherebbe però anche una forte relazione tra le popolazioni Nuragiche e quelle nilotiche, come già ipotizzato parlando de Gli Shardana, l’armata di valorosi guerrieri sardi scelta dal faraone Ramses.

La copertura di alcuni ipogei è sprofondata durante la costruzione della strada romana tra Turris Libisonis e Karales (Porto Torres e Cagliari). 

Un altro  particolare interessante sono i solchi paralleli o “rotaie” di slitte o carri romani che trasportavano i blocchi di calcare per realizzare le costruzioni di Turris Libisonis che sono incisi sul piano roccioso del sito.

Ma perché il nome di Su Crucifissu Mannu? Pare che nel III secolo d.C.  un “Grande Crocifisso” fosse meta di pellegrini che per la festa di San Gavino da Sassari arrivavano fino a Porto Torres , per poi proseguire verso un "Crucifissu Minore" sempre vicino a Porto Torres.  

Come spesso accade, le nostre curiosità, le nostre perplessità non vengono sempre soddisfatte perché lo studio della meravigliosa Archeologia Sarda cammina a passi molto lenti. Ma non disperiamo: negli ultimi decenni abbiamo recuperato moltissimo materiale e parecchia conoscenza. Confidiamo nel futuro degli scavi e nella passione degli archeologi. Ma soprattutto nell’auspicabile sovvenzionamento che permetterà di progredire nella scoperta.

 

“Questo servetto raccontava dunque di aver più volte visitato le Domos de Janas: "Bisogna penetrare carponi, ma subito ti trovi in una stanza alta più di sette metri, tutta dorata come un pulpito, con la volta dipinta di stelle; tu vedi di fronte a te, per migliaia di usci spalancati, una fila di stanze, una più bella dell'altra, che finiscono in una loggia sul mare". Questo era il particolare che più affascinava: questo sboccar della misteriosa casa sotterranea nell'infinito respiro del mare” (Matilde Serao)

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di Daniela Toti

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