Il Labirinto Del Villaggio Santuario Nuragico Di Romanzesu 0 Comments
La Sardegna, magico scrigno di splendori pregiati e meravigliosi, eredità della civiltà nuragica ci regala il Villaggio-Santuario di Romanzesu di Bitti (NU), a 1 ora e mezza e 92 km dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites. Scavi effettuati tra gli anni ’80 ed il 2001 hanno riportato alla luce, solo parzialmente per ora, una superficie archeologica di parecchi ettari.
Quando si parla di scavi viene spesso in mente come mai i monumenti nuragici siano stati coperti da una coltre di terra così massiccia. Sfumata l’ipotesi che sarebbero inverosimilmente stati sepolti dal popolo nuragico stesso, che, in partenza per trasferirsi verso l’interno, avrebbe ricoperto di terra i siti per proteggerli da nemici ed invasori, è subentrata l’ipotesi della successione sedimentaria di strati sovrapposti. Quella stratificazione che permette la stratigrafia, usata per la datazione delle rocce.
Tenendo però in considerazione anche la terza ipotesi di Sergio Frau, come spiegato nella pagina Atlantide, il Centro del Mondo e... la Sardegna!, che ipotizza come la Sardegna nuragica possa essere stata sommersa da un enorme Tsunami, s'Unda Manna, (l’Onda Grande) che seppellì di detriti moltissimi insediamenti costieri della Sardegna, spingendo la popolazione verso l’interno, sui monti, dando quindi origine ad una Sardegna che ha sostituito i guerrieri e navigatori con i pastori e agricoltori.
Il Villaggio-Santuario di Romanzesu, che giace da sempre tra querce da sughero e affioramenti granitici, ci offre un “labirinto iniziatico” di 3000/3200 anni fa, un corpo monumentale mai ritrovato in altri centri cerimoniali nuragici conosciuti nell’isola. I riferimenti cronologici ipotizzano che tra il 1300 e il 1200 a.C. fu costruito l’abitato del villaggio nuragico, e ne ipotizzano la sua trasformazione in villaggio-santuario nel 1200-1100 a.C.
Per la costruzione del villaggio-Santuario è stato usato granito locale ma a differenza della fonte sacra di Su Tempiesu e del pozzo del Complesso Nuragico Di Santa Cristina A Paulilatino, i blocchi, in questo caso, di unico modulo sono disposti in corsi rigorosamente uguali semplicemente sfalsati reciprocamente.
Il centro di Romanzesu è costituito dal tempio a pozzo con ambienti a gradoni, quasi come un’arena di un teatro, per riti collettivi legati al culto delle acque. Ci sono anche due tempietti a pianta rettangolare, tipo megaron, un grande recinto e un probabile percorso rituale “labirintico”, che è l'accesso al centro del tempio, dove c’è un piccolo altare tondo che sorregge presumibilmente un simulacro di divinità.
Un’ulteriore struttura a pianta rettangolare è collegata a tre betili (rocce considerate sacre perché dimora di una divinità), che completano lo scenario di Romanzesu. Altre costruzioni, come capanne a pianta circolare e ovoidale, una abitazione con tre ambienti aperti su un cortile comune, cinque grandi capanne delle riunioni con sedile perimetrale e in due casi con focolare centrale ci danno un’idea dell’insediamento che però non ha ancora una fisionomia definita.
“Ogni labirinto ha un centro sacro, dove risiede il mistero ineffabile”. (Mario Praz)
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di Daniela Toti
Photo credits Laura Mor
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