Sa Pompìa: L'Agrume Esclusivo Della Sardegna 0 Comments
A metà novembre si è svolta a Roma la gara per il Panettone World Championship 2019, significando che il panettone è ormai un dolce che appartiene all’Italia tutta e non solo alla città di Milano dove è nato.
Erano 165 i pasticceri in gara: tra loro anche alcuni che arrivavano dalla Francia, dalla Spagna e anche dalla Cina, dal Giappone, dall’Arabia Saudita.
Vanna Manca, 54enne di Sassari, che insegna “lievitismo” (la gestione del lievito) da 16 anni, ha partecipato con il suo panettone al quale ha aggiunto cioccolato e pompia. Il suo dolce si è classificato tra i venti migliori panettoni, lasciando dietro di lei altri 145 creatori di panettoni.
Ma l’ingrediente unico?
È un'eccellenza sarda che è anche presidio slow food. "Sa pompìa" è una varietà di agrume che cresce unicamente in Sardegna, nei comuni di Siniscola (a 80 km, un’oretta di macchina dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites), di Posada, Torpè e Orosei, in provincia di Nuoro.
Più cedro che limone, grosso come un pompelmo, sa pompìa (la pompìa in italiano) nasce da un albero dai rami spinosi che ricorda l’arancio.
E' di aspetto sgraziato, bitorzoluto, con la buccia rugosa e irregolare, tanto da aver guadagnato l'appellativo, nomen nudum, di “Citrus x monstruosa”, e nonostante il suo brutto aspetto è invece un ottimo medicamento naturale, oltre che protagonista di molte specialità dolci sarde.
Sa pompìa è considerato uno dei frutti più rari al mondo, un curioso incrocio che appartiene al gruppo dei limoni cedrati, che nasce e cresce spontaneamente, esclusivamente nell'area della Baronia e regala a fine autunno frutti di un giallo brillante grandi come un pompelmo. Il frutto crudo è immangiabile, troppo aspro per qualunque utilizzo. Diventa invece ingrediente principale di molti dolci sardi, come la famosa Sa Pompìa Intrea, ma anche marmellate, granite, canditi e liquidi digestivi.
Dato che la sua preparazione richiede lunghi tempi, il dolce di sa pompìa viene destinato a feste speciali come nozze, battesimi e cresime.
“.... di primavera andremo nelle nostre terre, dove l’erba è alta come l’acqua del mare... e mangeremo il formaggio fresco cotto col miele, e il dolce fatto con i cedri canditi” - (Grazia Deledda)
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di Daniela Toti
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