Sa ‘Ratzia - La Rottura Del Piatto Ai Piedi Degli Sposi 0 Comments

Sa ‘Ratzia - La Rottura Del Piatto Ai Piedi Degli Sposi

Quando gli sposi arrivano all’elegante ricevimento, che la professionalità organizzativa e di wedding planning del Gabbiano Azzurro Hotel & Suites ha preparato, modellandola intorno a loro e per loro, spesso sono reduci da un antico rituale che li ha accolti all’uscita dalla chiesa. Si tratta della Sa ‘Ratzia, La Rottura Del Piatto Ai Piedi Degli Sposi.

In Sardegna il matrimonio è ritmato da passaggi rituali antichi che ancora si tramandano e una delle usanze più diffuse e amate ancora oggi dalle spose sarde è la Sa ‘Ratzia.

Si prepara con cura un piatto, riempiendolo con tutto ciò che dice la tradizione: riso, grano, sale, caramelle, uva passa, mandorle, confetti, monetine, coriandoli o carta sminuzzata, petali e foglie, che simboleggiano ricchezza, serenità e benessere.

Al termine della cerimonia la mamma della sposa o una parente stretta offre agli sposi l'acqua da bere, simbolo di vita,  lancia verso gli sposi e gli invitati il contenuto del piatto e poi butta energicamente il piatto in terra affinché si rompa in mille pezzi. Questo simboleggia la rottura con la vita passata, scaccia la possibilità di una separazione ed è buon auspicio per un matrimonio duraturo e per una famiglia felice.

  Tutte le fasi del matrimonio sono curate seguendo la tradizione, dalla preparazione del pane tipico, "is cocoiseis murtuareddas" lavorato con cura secondo l’usanza, agli abiti degli sposi, broccato e seta per la sposa, orbace  nero (panno di lana tipico) e lino finissimo per lo sposo, alla scelta delle traccas, carri decorati con arazzi, tralci di vite, spighe e fiori, trainati dai buoi anch’essi addobbati a festa e fatti passare su un tappeto di petali possibilmente rossi e ramoscelli. Gli sposi salgono sulle traccas che dalle loro abitazioni li portano in chiesa. Altri carri addobbati li seguiranno con gli invitati, tra le note dei suonatori di launeddas o Is sonus de canna (strumento a fiato della famiglia dei clarinetti, come abbiamo scritto in la musica sarda), tra canti e danze del folklore locale che allieteranno la festa nuziale fino a tarda notte.

Nella Coja antiga cerexina, la tradizione dell’antico sposalizio selargino campidanese, le celebrazioni iniziano giorni prima: il giovedì o venerdì il futuro sposo, con un gruppo di amici, tutti in abiti tradizionali, si reca a casa della sposa su una tracca per cantare la serenata. Il sabato, invece, tocca al corredo della sposa ad essere portato dalla tracca dalla casa dei genitori al nuovo tetto coniugale, accompagnato dai familiari in costume e da suonatori. La domenica c’è la vestizione degli sposi, con abiti e ricchi gioielli e antichi, e quindi il corteo degli sposi con parenti, testimoni, amici, cavalieri e suonatori di launeddas e tumbarinos avanza verso la chiesa.

 

“Durante il ritorno si scatena una pioggia di grano, di fiori e di confetti, con grida di “Buona fortuna”. Il grano è augurio di abbondanza…”  (Grazia Deledda- il rito del sa ‘ratzia)

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di Daniela Toti

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