Sartiglia Di Oristano: Una Storica Gara Equestre 0 Comments

Sartiglia Di Oristano: Una Storica Gara Equestre

La Sartiglia è una corsa equestre che ad Oristano si effettua sia l'ultima domenica di carnevale (sotto la protezione di San Giovanni Battista, protettore dei contadini) che il martedì di carnevale (sotto la protezione di San Giuseppe, protettore dei falegnami). I giochi equestri, con i cavalli con i nastri, arrivarono in Sardegna nel XIV secolo con gli spagnoli. Furono contrastati dalla Chiesa per la loro parte giocosa e gli sviluppi amorosi che, a loro parere, allontanavano il popolo dal lavoro. A Oristano Carnevale e Sartiglia formano un tutt’uno. Ma la Sartiglia non è solo Carnevale, non è solo il perpetuare le giostre medioevali con intrepidi cavallerizzi. La Sartiglia è la memoria, è il patrimonio culturale tramandato da centinaia d'anni. Ad Oristano è una manifestazione vissuta con passione sin dai tempi del Giudicato d'Arborea (scopri la storia del Giudicato leggendo Eleonora D'Arborea) dove la ritualità pagana convive e si mischia con le cerimonie cristiane. L’origine della Sartiglia di Oristano è il gioco dell'anello, dal castigliano sortija, ma è collegata alla propiziazione del raccolto.

Su Componidori è il vero protagonista della corsa. Indossando, durante la vestizione pubblica,  una maschera di terracotta androgina che lo rende uomo e donna contemporaneamente, i calzari di pelle, una camicia bianca sotto la giacca e un velo bianco con sopra un cilindro nero, sceglie e guida gli altri cavalieri che gareggeranno provando ad infilzare con la spada una stella a cinque punte. La giostra è di origine cavalleresca e il ritmo dei tamburi e i suoni delle trombe segnano ogni momento della gara e hanno anche una funzione di sicurezza, avvisando la folla a sgomberare il percorso per evitare incidenti con i cavalieri in corsa. Al termine della Sartiglia su Componidori ricompone le pariglie che iniziano la loro esibizione facendo evoluzioni su cavalli lanciati al galoppo. Il Terzetto che non si esibisce è quello del su Componidori, che, per regolamento, non deve rischiare di cadere e toccare il suolo.

Questi uomini scontrosi ed inflessibili, che hanno bisogno di schiettezza, di giustizia e di libertà” (Nino Savarese)

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di Daniela Toti

 

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