Gli Stazzi Galluresi 0 Comments
La Sardegna che proponiamo al Gabbiano Azzurro Hotel & Suites non è solo lo splendido mare di cui beneficiano gli ospiti della spiaggia dell’Hotel. Da questo blog avrete senz’altro potuto cogliere il costante impegno nel farvi conoscere l’intima bellezza dell’Isola Sarda, geograficamente italiana ma le cui differenze con il resto dell’Italia sono meravigliose da conoscere e da compiacersene.
Soprattutto nell’entroterra, ma non solo, sono presenti gli Stazzi, insediamenti rurale tipici della Gallura. Il nome deriva dal latino "statio", stazione o dimora e localmente si chiama lu stazzu. Un insieme di stazzi formava una “cussogghja", dove vivevano nell’autosufficienza perché allevavano il bestiame, coltivavano i campi e producevano formaggi e salumi. Fu il centro della vita rurale dei pastori-agricoltori per centinaia di anni.
Con il termine lu stazzu si indica sia la dimora del proprietario sia tutto l’insieme dell’azienda contadina. Di media gli stazzi sono circondati da 50 -100 ettari di terreno. È formato da una costruzione rettangolare in granito, in genere un monolocale con al centro il focolare, (lu foghiu oppure la ziddha a meza casa). In alternativa al focolare interno si costruiva il forno (lu furru) esterno ed un piccolo deposito (lu pinnenti). La stalla (appusentu) adiacente a lu stazzu veniva usata come magazzino ma se si aveva un'alternativa per il bestiame, questa diventava la cambara per dormire. Nel caso in cui la costruzione si elevava oltre il piano terreno, veniva chiamato palazzo (lu palazzu).
Con il tempo spesso gli stazzi furono ampliati, aggiungendo altre stanze sul lato stretto. Vecchie case vennero ristrutturate e imbiancate, specie dai non galluresi, che acquistarono e trasformarono lo stazzo in una romantica casa delle vacanze in mezzo alla meravigliosa campagna gallurese. Oggi questi stazzi ristrutturati hanno finestre grandi, stanze più luminose e divisioni dei vari ambienti in cucina e bagni con l’isolamento termico e il riscaldamento. Sono chiamate lu stazzu di l’incantu per la rivisitazione in chiave moderna, ma con il richiamo alle regole di costruzione antiche di questa cultura.
Questi restauri seppur bellissimi sono però accusati di oltraggio al patrimonio culturale della Gallura che sta causando la sparizione degli stazzi originali. Ma altrimenti spesso cadono in abbandono e rovina, invece il restauro li trasforma in gioielli abitabili in grande agio. Gli stazzi corsi sono tutti sotto la tutela dei beni culturali… chissà da noi quando sarà?
I primi stazzi furono costruiti intorno ai primi del '700, da pastori Corsi fuggiti dalla loro isola per faide familiari o motivi politici, che si stanziarono in Gallura costruendo la loro casa con il granito locale. La struttura era semplice, a pianta rettangolare e con tetto a duplice spiovente. L’interno della casa era un unico vano "la casa manna" che serviva contemporaneamente da cucina, camera da letto e da ambiente di lavoro. L’ immigrazione dei corsi pare abbia condizionato anche la lingua gallurese. Comunque lu stazzu in 400 anni può e deve essere considerato patrimonio culturale gallurese e sardo.
“Amore rosso” di Vergano, anno 1952, tratto da “Marianna Sirca” de L'autrice sarda Premio Nobel: Grazia Deledda, si conclude nell’attuale Costa Paradiso ed è girato in uno stazzo gallurese.
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di Daniela Toti
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