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La Valle Della Luna Di Capo Testa

Nell’incantevole promontorio di Capo Testa, sulle Bocche di Bonifacio, su a nord, vicino a Santa Teresa di Gallura, esiste un luogo che si chiama “Valle della Luna”.  A soli 72 km. dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites e un’ora e un quarto di macchina, Capo Testa (in gallurese e corso Capu Testa) non è una piccola penisola ma in realtà è un'isola, successivamente collegata alla terraferma da un istmo artificiale. Con il granito levigato dal vento e dal mare e dove domina il profumo della Macchia Mediterranea e l’acqua è il cristallino mare della Sardegna, sembra davvero un paesaggio lunare, perché i suoi sassi che specie di notte tendendo al bianco danno proprio questa percezione.

Capo Testa era apprezzato al tempo dei romani sia per la posizione strategica che per la fornitura del granito che veniva estratto e trasportato a Roma. Lo fecero in due periodi: nel primo secolo d.C. e in età imperiale avanzata, terzo e quarto secolo. Le colonne del Pantheon di Roma sono costruite probabilmente con il granito di Capo Testa. I tagli "a gradoni" nelle scogliere fatti per l’estrazione e enormi massi semilavorati sparsi attorno, si vedono distintamente ancora oggi. 

Anche nel Medio Evo, le cave di Capo Testa fornirono il loro granito. Si sa che operai pisani estrassero il granito necessario per le colonne che servirono per la costruzione del Duomo (1063) e del Battistero di Pisa (1152). Le cave furono sfruttate fino ai primi del Novecento ma diatribe locali impedirono di continuarne l’estrazione. 

Lo sviluppo turistico degli anni settanta arrivò anche a Capo Testa essendo uno dei luoghi più belli e preferiti della Sardegna. Un grande improbabile totem, preso in prestito dai nativi americani dei Grandi Laghi tra USA e Canada, simbolo di un clan, segnala la spiaggia principale. Attira sia gli entusiasti del mare che gli escursionisti, perché sul promontorio ci sono bellissime piste da trekking. È meta di naturisti e una comunità di hippies, ormai i nipoti dei figli dei fiori, vive da decenni nelle grotte del promontorio lontano dall’abitato e pare sia da loro il nome di “Valle della Luna”

Qualcosa di speciale ha fatto diventare questo luogo una meta per la comunità hippy sarda,  che dagli anni Sessanta l’ha scelto per viverci in essenzialità, dentro grotte modellate dal vento e in capanne di legno. È un nucleo di persone gentili che dividono la bellezza di questo posto fantastico, che era in passato proprietà privata, con tutti i visitatori.

 

“Chi è cieco davanti alla bellezza della natura, ha perso la metà del piacere di vivere”. (Robert Baden-Powell)

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di Daniela Toti

Foto di Gianfranco Mattu

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