7 Gite Che Non Potrai Dimenticare 0 Comments

Ci sono posti che rimangono nel profondo del cuore. Dei primi anni in cui, colma di curiosità, esploravo il nord della Sardegna durante le mie vacanze, ho selezionato 7 gite che hanno contribuito ad alimentare il mio amore per il mare di Sardegna e che rimarranno sempre nei miei occhi per i loro colori e la loro bellezza e nel mio cuore per il loro profumo di resina, di mare e di vento.
Famosa è la sua bellissima Spiaggia Rosa, a cala di Roto, a sud-est dell'isola. Il nome lo deve al caratteristico colore rosa corallino della sabbia della battigia. La peculiarità della sua colorazione è dovuto a un microrganismo rosa, la Miniacina miniacea, le cui conchiglie vengono sgretolate dall’azione dell’acqua e del vento.
Il Principe Shah Karīm al-Husaynī, meglio noto come l'Aga Khan, sedotto dalla Sardegna, negli anni '60, riuscì a realizzare un sogno comprando quelle poverissime e incoltivabili terre bagnate dal meraviglioso mare dal colore smeraldo, facendo nascere il complesso turistico della Costa Smeralda di cui Porto Cervo è il principale centro.
Il borgo che sognava il giovane Luigino Donà dalle Rose era sul mare e doveva espandersi intorno ad una piazza rotonda come era il porto, naturalmente rotondo. Infatti si chiamava Poltu Ridundu, un meraviglioso porticciolo naturale circondato dal verde della macchia mediterranea, tra il golfo di Marinella e il Golfo di Cugnana.
Un’architettura piena di fascino fatta di piccole case intonacate di bianco dalle forme morbide e curvilinee, per un inserimento che non contrastasse con la natura selvaggia di quella terra odorosa di mare e di macchia mediterranea e in perfetta fusione con il contesto naturale.
Qualcuno azzarda fosse la mitica terra dei Lestrigoni, popolo di giganti antropofagi che uccisero tutti i marinai di Ulisse trafiggendoli con spiedi enormi, mentre Ulisse, rimasto sulla nave all’ancora, scampò la morte.
Nel 1836 il re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, notò l'isoletta sconosciuta e decise di approdarvi. Presentandosi come il re di Sardegna, Giuseppe Bertoleoni, circondato dalle capre dai denti dorati, ha risposto: "E io sono il re di Tavolara!". E Carlo Alberto lo confermò ufficialmente tale.
Si era innamorato della sua isola. Sia essa fosse battuta dalla burrasca e dai forti venti di ponente che dall’alito del vento che portava con se il rumore dello sciacquio del mare sulla costa e l’aroma resinoso della macchia mediterranea, Caprera si era impadronita della sua anima e la elesse per viverci, meditare e morirci.
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di Daniela Toti
Nella foto: la chiesa di Stella Mari e il paesaggio di Porto Cervo
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