Atzara: Un Tour Tra I Borghi Medievali 0 Comments
Atzara, il cui borgo nacque intorno all’anno 1000, dista 190 km dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites, a 2 ore e 20 minuti di strada. Nel percorso si passa da Posada, altro borgo che vale la pena conoscere. Entrambi famosi per i loro centri storici, appartengono ai 200 borghi più belli d’Italia, ricchi di ricchezza naturale, storica, artistica e culturale. La peculiarità del borgo di Atzara lo vuole partecipe, con i borghi di Castelsardo e di Posada a “La Notte Romantica dei Borghi più belli d’Italia- la notte bianca degli innamorati” il 23 Giugno 2018, una serata dedicata ai sentimenti e alle emozioni.
Atzara è situato nella conca del fiume Araxisi sul versante occidentale del Gennargentu, in Barbagia. Fece parte del giudicato di Arborea e alla sua caduta (XV secolo) passò agli Aragonesi. Fu recuperato dai Savoia nel 1839.
Vicoli e viuzze incantevoli confluiscono nella piazza della Chiesa gotico-aragonese di Sant'Antioco Martire, della fine del XV secolo 1400, dotata al suo interno di una pregevole statua lignea della Vergine del XVI secolo e di argenterie del cinquecento. Le costruzioni di architettura di sapore catalano, conservano cornici in trachite lavorate a scalpello e le antiche case di granito hanno i solai in antiche assi di quercia.
Incastonato come moderna pietra preziosa in un antico gioiello, nel centro sorge il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea dedicato al pittore spagnolo Antonio Ortiz Echague che visse ad Atzara il suo periodo più ispirato e vi dipinse nel 1908 la sua opera più importante, la “Fiesta de la cofradia de Atzara”
Importante è l'Artigianato Sardo di cassapanche in legno scolpito e lavori al telaio, come i tappeti, gli arazzi e le coperte a pibiones ma soprattutto la coltura vitivinicola. Sin dal Medioevo, grazie al microclima idoneo alle sue vigne, i vini prodotti ad Atzara sono eccellenti, uno per tutti il Mandrolisai che già nel Quattrocento allietava le tavole del Giudicato di Arborea.
“La Sardegna è una di quelle cose che o si amano o si adorano”. (cit.)
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di Daniela Toti
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