Edina Altara - Illustratrice, Ceramista, Decoratrice E Pittrice 0 Comments

Edina Altara - Illustratrice, Ceramista, Decoratrice E Pittrice

La Sardegna è stata ed è ricca di donne creative, geniali, coraggiose. Noi abbiamo dedicato ad alcune di loro una pagina del blog del Gabbiano Azzurro Hotel & Suites. 

Edina Altara, bellissima donna, fu illustratrice, ceramista, decoratrice e pittrice, è stata una di loro a pieno titolo: creativa, sfaccettata, singolare, è stata capace di realizzare, creare oggetti nuovi e progressisti per il tempo in cui viveva.

Nata a Sassari il 9 luglio del 1898, rivelò sin da piccola il suo estro, creando i suoi giocattoli con carta e ritagli di stoffa, e a diciassette anni esordì come ideatrice di una serie di balocchi di cartoncino, con soggetti sardi tra cui donne con l’otre di acqua, asinelli, uomini a cavallo, scenette familiari.  A 18 anni partecipò alla Mostra della Mobilitazione civile a Sassari con la sua opera “Nella terra degli intrepidi”. Il suo collage conquistò il Re Vittorio Emanuele, che la portò con sé a Roma, e ancora oggi si può ammirare al Quirinale. 

Edina Altara, divenne presto nota anche oltre i confini dell’isola. La sua era un’arte valutata ma anche studiata da numerosi critici perché si inseriva in quel moderno movimento del primo Novecento che prestava interesse a come nell’arte i nuovi sistemi produttivi dovessero armonizzarsi con l’antica cultura artigianale.

L’artista non usava pennelli o colori, ma solo pezzetti di carta colorata, tessuti, frammenti di vetro che accostava con grande capacità nelle sue opere. Ai quadri accoppiava giocattoli di carta che raffiguravano soggetti della sua Sardegna: una capretta, donne vestite col costume sardo o intente a fare il bucato.

Sposando nel 1922 un noto disegnatore, col quale rimase unita fino al 1934, si dedicò alla nuova Art déco. Furono opera sua cartoline e calendarietti da barbiere prodotte per aziende di cosmetici. 

Negli anni trenta si dedicò alla ceramica creando disegni per piatti, cornici sarde o in palma nana e mattonelle dipinte sotto vetrina, si indirizzò alla decorazione delle maioliche prodotte da alcune ditte faentine e torinesi, con un tratto leggero e sfumato, riscontrando grande apprezzamento tra i compratori.

Durante la guerra fu aiutata dalle sorelle nella sua attività di ceramica. Una piccola imprenditoria femminile nel difficile periodo bellico. 

A causa della guerra dovette chiudere anche un noto l’Atélier che aveva aperto nel 1934 a Milano, città dove realizzò bozzetti di moda per la famosa rivista Grazia e collaborò a lungo con l’architetto e designer Giò Ponti con la sua rivista femminile «Bellezza» che le aprì anche il mondo dell’arredamento e negli anni Cinquanta disegnò gli interni di cinque transatlantici, fra cui l’Andrea Doria, varato nel 1951, decorandone i vetri della sala ristorante con nature morte.

Tuttavia, l’arte ha le sue mode, per cui l’attività poliedrica di Edina Altara venne declassata a mera produzione decorativa. Collaborò quindi con illustrazioni di libri per ragazzi, pubblicità e riviste di moda. 

Morì a Lanusei in Ogliastra, l’11 aprile del 1983 dopo una vita spesa per l’arte. Come spesso accade, dopo la sua morte il suo nome quasi scomparve, per poi riaffiorare di recente con diverse retrospettive, che hanno saputo sollevare un nuovo interesse nel pubblico.

 

“Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l'acciaio, non è il vetro l'elemento più resistente. Il materiale più resistente nell'edilizia è l'arte”. (Gio Ponti)

--
di Daniela Toti

Condividi i tuoi commenti con noi!