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Enrico Mereu, Scultore Di Asinara

Le rotonde colline vestite di macchia mediterranea, abitate dal rarissimo asinello bianco, i magici colori di un mare ricco di vita, l’Area Marina Protetta dal 2002, questa è l’Isola di Asinara.

La sua storia è particolare. Le prime tracce umane sono le domus di Jonas di Campu Pedru. Poi i resti del monastero camaldolese di sant’Andrea e il Castellaccio che risalgono al medio Evo. Nel 1600 si insediarono pastori e pescatori che però furono allontanati nel 1885 e fondarono Stintino. L’isola divenne lazzaretto e luogo di deportazione della grande guerra, come testimonia l’Ossario del 1936.  Nel 1975 fu istituito il carcere di massima sicurezza dismesso quando l’isola divenne Parco Nazionale  nel 1997.

Incontaminazione, isolamento,  le rare specie vegetali e animali, sono state la fonte di ispirazione dell’unico abitante dell’isola Asinara, Enrico Mereu, scultore del legno del mare.  «In quasi 40 anni – dice - non ho mai tagliato un albero. Cammino tra le spiagge e utilizzo legni che arrivano dalla Sardegna, dalla Corsica o dalla Spagna».  Afferma che è stata l’isola a sceglierlo, quando a 20 anni il padre lo arruolò nel corpo di polizia penitenziaria:  “Ha fatto sbocciare la mia ispirazione. Ha permesso che le mie anime in conflitto, quella artistica e quella cruda, sofferente e devastato frutto dall’ambiente in cui lavoravo, trovassero una possibilità di coesistenza”.  

Il suo laboratorio è stato lo spaccio di Cala d'Oliva, dove lavorava fino a poco tempo fa, dove ancora sono  custodite opere e attrezzi. La critica lo definisce: "interprete di una realtà di vita intensa" e "autore in grado di accendere qualcosa dentro”. I suoi lavori hanno avuto riconoscimenti in concorsi regionali e nazionali e gli hanno fatto ottenere attestati di merito, un diploma d'onore e l'iscrizione negli album d'oro dei migliori artisti contemporanei.

Il legno è così morbido che mentre lui lo sfiora  ha l’impressione che ricambi la sua carezza.” (Nadeem Aslam)

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di Daniela Toti

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