Karim Aga Khan E La Costa Smeralda 0 Comments
C’era una volta, 60 anni fa, un Principe che acquistò, “a scatola chiusa”, su consiglio di due amici inglesi che gliene avevano decantato la bellezza incontaminata, una settantina di ettari a Romazzino, un tratto costiero della Gallura nel nord-est della Sardegna, chiamato in gallurese Monti di Mola…
Quel Principe è Shah Karīm al-Husaynī, meglio noto come l'Aga Khan, Imam musulmano della comunità degli Ismailiti Sciiti e diretto discendente del profeta Maometto tramite suo cugino Ali. Quando si recò a vedere di persona la terra acquistata ne rimase inizialmente destabilizzato perché era davvero incontaminata. “Era come una riserva di caccia: non c’erano case, non c’era acqua corrente né elettricità, né imprese di alcun tipo.” Avrebbe detto in seguito. Ma la bellezza della costa sarda lo sedusse con il suo splendido mare e la sua terra profumata e selvaggia, con le sue origini antichissime e le sue tradizioni millenarie e si propose di farne un angolo di paradiso, con case, acqua corrente, elettricità e imprese.
Aveva 24 anni il Principe, e si può dire che sono cresciuti insieme, lui e quelli di Monti di Mola, lui e Arzachena, lui e la Gallura, lui e la Sardegna. Innamorato della bellezza della costa nord-orientale sarda, compresa nei comuni di Olbia ed Arzachena, ne acquistò i terreni. Trasformò Monti di Mola ne “La Costa Smeralda”, ne colse l’anima e con orgoglio la fece conoscere al mondo, sviluppandola turisticamente ideando lo stile proprio della Costa Smeralda con l'utilizzo dei materiali locali galluresi, come il granito e il legno. Nel 1962 fu fondato Il Consorzio Costa Smeralda, un'associazione senza scopo di lucro, per lo sviluppo urbanistico e territoriale e il Comitato di Architettura fu deputato al controllo architettonico dell’area con rigorosi piani di sviluppo che garantissero la preservazione del patrimonio naturale con uno stile che sposasse la bellezza dell'ambiente con elementi della tradizione di edificazione locale. Ne risultò l’attuazione di una collocazione urbanistica rispettosa del territorio, con il risultato che la Costa Smeralda fu il primo e singolare esempio di sviluppo turistico sano ed equilibrato nel Mediterraneo. Il Principe Karim Aga Khan, pioniere dello sviluppo sostenibile, guidò ogni fase della realizzazione con entusiasmo e passione, ispirandosi alla più rigida difesa dei valori ecologici ed ambientali, sviluppando la zona sotto il controllo del Consorzio stesso, nel rigoroso rispetto dei valori ambientali, e nella preservazione della millenaria civiltà sarda.
Fondò Porto Cervo nel 1962 dove fece costruire un porto da 700 posti, con lussuosi alberghi e ritrovi mondani. Nel 1963 fece nascere la compagnia aerea Alisarda, poi divenuta nel 1991 Meridiana e nel 2018 Air Italy. Fece costruire il nuovo Aeroporto di Olbia-Costa Smeralda nel 1969, diventato il più importante scalo internazionale dell'isola. Nel 1967 fondò lo Yacht Club Costa Smeralda. Nel 2012 il controllo del Consorzio fu trasferito ad altre società.
Il Consorzio fornisce tutt’oggi importanti servizi: il Centro Medico, il Servizio di Vigilanza, il Servizio di Anti-incendio, che comprende un elicottero, la Protezione Ambiente per la pulizie delle strade e delle spiagge ed il servizio di gestione delle infrastrutture, la fornitura di acqua con i Servizi Idrici il controllo delle fognature, depuratori, ed illuminazione pubblica. La Costa Smeralda oggi comprende la Marina di Porto Cervo, il Cantiere Navale, lo Yacht Club, il Tennis Club, il Pevero Golf Club.
A 84 anni, 60 anni dopo, l’Aga Khan può fare un bilancio di quanto la realizzazione di questo progetto gli abbia dato o quanto gli ha tolto. E’ stato un rapporto complesso fatto di entusiasmi, intuizioni e sacrifici.
In Gallura però sono certi di quanto il Principe ha dato loro: un futuro.
“La ricerca di giustizia e sicurezza, la lotta per le pari opportunità, la ricerca della tolleranza e armonia, la ricerca della dignità umana, sono gli imperativi morali per cui noi dobbiamo lavorare e a cui dobbiamo pensare su base giornaliera.” (Karim Aga Khan)
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di Daniela Toti
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