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La Ceramica Sarda

Il passato della ceramica sarda inizia con i bellissimi esemplari di ceramica prenuragica e nuragica, e con i modelli che riportano al dominio romano. Le forme della ceramica ci rimandano alle corti delle case dove c’erano i pozzi per reperire l’argilla, pulirla dalle impurità con la stagionatura e la lavatura, con le vasche per la decantazione e la lavorazione realizzata con coloranti naturali come certe terre o la miscela di essenze aromatiche della macchia mediterranea. Con l'angolo del tornio, con la tettoia dove far essiccare il prodotto lavorato a mano, con il forno per la vetrificazione.

Dopo secoli di silenzio, con il 1692, arriva lo Statuto del  Gremio dei Figuli di Oristano” (Il grembo dell’arte del vasaio di Oristano). Il figulo è il vasaio e la figulina è l’arte del vasaio o l’oggetto di terracotta stesso. Lo Statuto attesta l’esistenza di una corporazione di artigiani professionisti che producono stoviglie per uso popolare. Nell'Ottocento il Generale Alberto Ferrero della Marmora, Senatore del Regno di Sardegna, decise di usare l'argilla di ottima qualità disponibile in Sardegna per mattonelle, tegole, mattoni per l’edilizia. Ma è il novecento che farà conoscere la ceramica sarda a livello nazionale con l’artista Ciusa, che nel 1925 aveva aperto ad Oristano la Scuola d'Arte Applicata, e i suoi allievi Federico Melis,  Ciriaco Piras e altri. Frutto di tre generazioni di esperienza, le ceramiche artistiche Farci, presso il laboratorio di Assemini (Cagliari), danno forma all'argilla trasformandola in arte dal 1927. La duttilità dell'argilla consente di creare stupende ceramiche artistiche di manifattura artigianale. “La ceramica della Costa Smeralda” successivamente Cerasarda, nasce nel 1963 per volontà del Principe Karim Aga Khan IV.  Frutto di un fortunato connubio tra cultura, storia, design e tecnologia, le sue ceramiche artistiche sono state uno dei prodotti del territorio che hanno contribuito a portare nel mondo l’eleganza dell’artigianato sardo.

Oggi sono molti i giovani ceramisti che si sono dedicati alla figulina con opere sempre più innovative.

La produzione attuale riprende modelli e forme legati alla tradizione spagnola del 600 dell'estrecho de terra (chiamato in sardo su strexiu), nei bicchieri, stoviglie di terracotta per la preparazione e conservazione di cibi, recipienti per acqua e vino, olio.

Ho pensato che l’argilla deve sentirsi felice nelle mani del vasaio.” (Janet Fitch)

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di Daniela Toti

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