Una giornata Con I Pescatori Di Golfo Aranci 0 Comments

Una giornata Con I Pescatori Di Golfo Aranci

Come abbiamo raccontato in Golfo Aranci: villaggio di pescatori, prima di essere destinazione turistica, Golfo Aranci era un borgo di pescatori. Nato a metà dell’ottocento, è stato popolato da pescatori arrivati da Ponza per il suo mare così ricco di pesce. Ancora oggi le sue casette colorate in riva al mare alla fine del paese, abitate da pescatori, mantengono la loro originaria identità e soprattutto la loro anima che appartiene istintivamente al mare. Nel vecchio borgo, sui muri delle case più antiche, c’è una galleria all’aperto di fotografie, per lo più in bianco e nero, che raccontano la storia della comunità di pescatori, realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta dalla talentueux fotografa tedesca, Marianne Sin Pfältzer: Galleria en-plain-air a Golfo Aranci

Golfo Aranci è famoso soprattutto per le sue pescherie dall’antico sapore del buon pesce fresco, perché i pescatori portano a casa il frutto del loro lavoro tutte le mattine, come sempre hanno fatto i loro padri. Infatti a Golfo Aranci esistono ancora persone che non possono resistere al richiamo del mare, e al duro mestiere del pescatore. Chi sceglie questa professione per la sua passione per il mare e per il pesce sa che dovrà sacrificare parte della vita privata. Sveglia prestissimo, si preparano le lenze e le esche, si gettano i palamiti e si continua la mattina a pescare a bolentino o con le canne. Una dura giornata di lavoro, dalla domenica notte fino al venerdì sera, con il freddo o il caldo, la pioggia o il sole e il vento, se non è così forte da impedire l’uscita dal porto. Una professione, che è sì faticosa, ma regala anche molte soddisfazioni. 

Quando parli con Franco Franchi, pescatore golfarancino, comprendi subito la sua passione per la pesca, per Golfo Aranci nella sua essenza dell’essere un villaggio di pescatori, per la valorizzazione del territorio sardo. Franco ha scelto di fare il pescatore dopo aver provato a seguire altre strade, ma l’atavico richiamo del mare ha prevalso. Da ottobre a dicembre pesca con il palamito, che come si sa è una lunga grossa lenza con inseriti a intervalli regolari pezzi di lenza più sottili che portano ciascun un amo. Così si pescano cernie, dentici, saraghi, spigole e orate. A fine anno la barca va in secco per le manutenzioni richieste ed essere così pronta per i primi di marzo quando Franco si dedica alla pesca dei crostacei fino a metà giugno: aragoste, gransaole, rane pescatrici, scorfani rossi. Parte alle quattro del mattino con il tremaglio, una rete composta da tre strati di maglie. Le prede entrano agevolmente dalla rete più esterna rimanendo imprigionata in quella più interna. 

Ma Franco voleva condividere questa sua passione con gli altri, quelli che a Golfo Aranci ci vengono in vacanza e che possano con lui scoprire la tradizione di questo mestiere, tramandato di padre in figlio, operato con la tecnica tradizionale, senza l’apporto di alcun macchinario moderno, che fa sì che i pescatori possano convivere con la natura senza che l’equilibrio naturale ne venga sconvolto. Ecco perché dalla fine di giugno Franco si dedica all’ittiturismo. Capì che il suo sogno poteva essere realizzato mentre era in vacanza a Santo Domingo. Lì in hotel suggerivano l’esperienza di portare i visitatori in barca per condividere un giorno da pescatore! 

Sperimentare un’escursione con una vera imbarcazione da pesca e a fianco di veri pescatori è qualcosa che ci si porta a casa, rimane dentro e non si dimentica mai.  Ed è per questo che noi del Gabbiano Azzurro Hotel & Suites la consigliamo vivamente ai nostri ospiti.

Il percorso di navigazione offerto da Franco dipende delle condizioni del meteo.  Si può virare verso nord a largo di capo Figari, promontorio di fronte all’imponente muro di roccia viva che è Tavolara. (vedi Scoprite l'Isola di Tavolara). Attorno all’isolotto di Figarolo è facile avvistare i delfini che stazionano nella zona dove un impianto ittico facilita loro pranzo e cena. Poi, quando i pescatori lo reputano idoneo, la barca si ferma per iniziare a pescare. Attenzione: solo se si riesce a pescare ci sarà di che mangiare a pranzo! Cosa si mangerà non lo sa nessuno: sarà la fortuna del giorno a dettare il menù. 

E così, dopo oltre un’ora di pesca, si torna indietro per trovare la giusta zona dell’ormeggio, scortati dalla compagnia dei gabbiani che seguono sempre la barca, perché sentono che a bordo c’è del pesce. La sosta potrebbe essere, per esempio, nel braccio di mare color smeraldo tra Figarolo e la famosa Cala Moresca e mentre i passeggeri fanno il bagno in un mare così limpido da non potersi nemmeno immaginare, i pescatori si trasformano in magnifici cuochi che preparano il pranzo. Pesce freschissimo appena pescato cucinato a bordo, cosa si può volere di più? 

Durante la giornata ci si rende conto che non si sta vivendo una gita turistica, ma una giornata di vita vera, imparando le tecniche degli ami, delle lenze e dei palamiti, attendere con pazienza e parlare della vita degli uomini che tutti i giorni, con il bello e con il brutto tempo escono per affrontare il mare e goderne dei suoi frutti. 

Quando si rientra alla piazzetta dei pescatori nel pomeriggio, ci si saluta e ci si abbraccia come vecchi amici, perché dopo aver trascorso insieme una giornata così vera e antica come l’uomo, resta un legame da questa meravigliosa esperienza che, come dicevamo prima, ci accompagnerà lungo la via.

I pescatori sanno che il mare è pericoloso e le tempeste terribili, ma non hanno mai considerato questi pericoli ragioni sufficienti per rimanere a terra.” (Vincent van Gogh)

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di Daniela Toti

Nella foto: il porticciolo di Golfo Aranci

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