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La Fontana Del Passare Del Tempo

Nella vallata di Rosello, all’esterno dell’antica cinta muraria della città di Sassari, sotto il ponte, è situata la Fontana di Rosello a 1h30 a 122 km dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites. Non si limita ad essere una fontana come tante, ma è un monumento unico in tutta la Sardegna, un effettivo pezzo unico di storia che, con un significato allegorico, rappresenta il passare del tempo della città di Sassari, in cui i mesi sono rappresentati dalle dodici bocche, chiamate cantaros e le stagioni dalle quattro statue, alla base delle quali sgorga l'acqua dalla bocca di quattro delfini.

L’opera fu iniziata da maestranze genovesi nel 1603 in stile tardo-rinascimentale, ed è considerata simbolo della città di Sassari. L’acqua è quella della fonte del Gurusellu che già nell'età romana alimentava l'acquedotto che riforniva Porto Torres - Turris Libisonis

A portare l'acqua da Rosello alle abitazioni erano gli acquaioli che riempivano i loro barili alla fonte che poi caricavano sul basto dei loro asini. Alla fine del dell’800 gli asini utilizzati per il trasporto dell'acqua erano circa trecento. La fontana veniva anche usata per fare il bucato ed era un punto di riferimento per i viaggiatori, che lì si dissetavano.  

Quando fu costruita questa fontana era appena finita la grave epidemia di peste del 1582 e la dominazione spagnola stava vivendo l'ultima fase sarda, in quanto l’interesse degli iberici era ora volto alla conquista del Nuovo Mondo.

Si racconta che ci fosse grande rivalità tra Sassari e i cittadini di Sorso, chiamati sussinchi dai sassaresi, i quali tentarono di rubare la fontana legandola con corde ottenute dalla pianta di palma. Il vegetale quando è bagnato si allunga come un elastico, per cui i sussinchi tiravano e pensavano che la fontana si stesse avvicinando al loro campanile. Figurarsi le risate dei sassaresi, che idearono la tiritera per prendere in giro i sussinchi "tira che ti tostha, che Ruseddu ti s'accosta", qualcosa come continua a tirare che la fontana ti si avvicina.

La leggenda del tentato furto è tuttora viva nelle mente dei sassaresi più anziani, che ne parlano ancora e fanno riferimento al fatto che i sorsesi erano matti perché bevevano l’acqua della celeberrima fontana della Billellera… ma forse più che matti erano brilli? Pare che i fatti andarono così.

 Le due città inizialmente avrebbero avuto l’accordo di condividere la fontana del Rosello, ma i sassaresi infransero il patto e dopo lunghe liti tra le due comunità, i sorsesi decisero a costruire una seconda fontana, la fontana della Billellera, dalla quale però non sarebbe sgorgata acqua bensì ottimo vino! Una storia peraltro decisamente credibile, secondo i sussinchi, e certamente collegabile al vino notoriamente eccellente prodotto nella cittadina turritana.

Anche un Francobollo ricorda la Fontana di Rosello. Nel 1975 Eros Donnini realizzò per le Poste Italiane la terza uscita della serie Fontane d'Italia: la “Fontana di Rosello” completò il terzetto composto dalla “Fontana delle 99 Cannelle dell’Aquila” e dalla “Sorgente di Piazza Fontana a Milano”.

 

“Io arrivai in una piazza

colma di una cosa sovrana,

una bellissima fontana

e intorno un’allegria pazza.”

(Carlo Betocchi)

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di Daniela Toti

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