La Valle Della Luna Di Aggius 0 Comments

La Valle Della Luna Di Aggius

Per Valle della Lunasi può intendere sia l’altopiano di Aggius all’interno, che un’insenatura rocciosa affacciata sul mare nella penisola omonima, come per la Valle della Luna di Capotesta.

La Valle della Luna di Aggius si trova vicino al borgo di Aggius, a 75 km, meno di 20 minuti in auto dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites.  Una brulla e affascinante distesa di pietre, chiamata anche “Piana dei Grandi Sassi”, dove enormi blocchi di granito, che vento e pioggia hanno modellato nei millenni, conferiscono alla valle l’aspetto di un paesaggio lunare. Il silenzio quasi irreale della Valle della Luna, ci induce all’ introspezione perché ti sembra il posto più giusto per meditare. A poter scegliere, l’ora migliore è quella del tramonto, che le dona un fascino unico e indimenticabile.

Ma a noi del blog del Gabbiano piace sempre perlustrare il territorio alla ricerca di qualche gemma nuragica. E infatti, all'interno della valle stessa, ecco il maestoso Nuraghe Izzana, databile tra la fine del Bronzo antico e il Bronzo finale, forse la più grande costruzione nuragica di tutta la Gallura, in buono stato di conservazione, celebre per il suo tholos (costruzione a pianta circolare, tronco-conica, costituita da anelli di blocchi di pietra) e la sua base triangolare. 

A 20 minuti da Aggius, in un bosco di sughero alle falde del Monte di Deu, si trova la Tomba dei Giganti di Pascaredda, risalente al 1400 a. C., particolare per la singolare facciata semicircolare fatta di lastre di granito. Per ultimo, 4 km più avanti, si trova il Dolmen di Luras che si può datare intorno al 3500 a. C., un monumento funerario composto da 3 enormi lastroni di pietra. Nei pressi di Aggius passava anche una delle strade romane che partiva da Tibula, oggi zona Santa Teresa, verso l’interno.

Grazia Deledda nel “La leggenda di Aggius” ci racconta come sarebbe nata la valle. “Al finire del secolo XVII c'erano in Aggius ‐ piccolo villaggio della Gallura ‐ due ragazzi, figli di due famiglie nemiche, che, come accade sovente in Sardegna, ed anche altrove, facevano all'amore.

Quasi in parallelo con Giulietta e Romeo, ma cent’anni dopo, anche ad Aggius c’erano due giovani, figli di famiglie avverse, che si amavano. Lei tredicenne e lui quindicenne si incontravano spesso di notte a casa di lei. Una brutta notte furono trovati dal padre della fanciulla, che uccise lo sfortunato amante. L'odio fra le due famiglie si ridestò tanto che scesero in campo l’una contro l’altra armate. Schierati nella pianura che si trovava sotto i ciclopici monti rocciosi pronti per battersi, al primo sparo dell’archibugio del padre della povera innamorata, in tutta la Gallura si udì un tuono spaventoso. Le montagne erano franate sui guerrieri seppellendoli sotto le rocce sparse. E diventò così la “Valle della Luna”. 

Aggius fu in realtà dilaniata da aspre e numerose faide familiari anche nell’Ottocento, delle quali danno testimonianza i romanzi “Notte Sarda” di Pietro Casu ed “Il Muto di Gallura” di Enrico Costa.

Anche Gabriele D’Annunzio volle scrivere su Aggius. Poche righe di grande poesia in una lettera indirizzata ad uno dei cinque cantori del Coro di Aggius che nel 1928 aveva ascoltato nel suo Vittoriale: “Se tu e gli altri quattro veramente mi amate, rapitemi stanotte, e portatemi ad Aggius; e fatemi una capanna in un bosco di roveri là sul Tummonsora, ch’io veda il golfo e tutto il lido insino alla Maddalena, e ch’io sia svegliato ogni alba dal Gallo di Gallura". 

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di Daniela Toti

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