“Is Fassonis”, Barche Lacustri Sarde 0 Comments

“Is Fassonis”, Barche Lacustri Sarde

Noi sappiamo che gli antichi sardi erano un popolo del mare. Bronzetti con circa 120 raffigurazioni di imbarcazioni di navi nuragiche ci danno conferma che avevano buone nozioni di nautica. Ma abbiamo sempre pensato a quella marina e meno alla navigazione fluviale. Invece Is Fassonis, le barche lacustri sarde, realizzate con is fenus”, i fasci di fieno palustre, legati insieme con corde di giunco intrecciate, con scafi piatti, lunghi circa 4 m con prua appuntita e poppa tronca, ci raccontano un’altra storia. 

Gli studiosi propendono a favorire l’idea di una flottiglia nuragica con tre tipi di imbarcazioni, due più grandi per il mare, più una terza di piccoli natanti lacustri, assimilabili agli Is Fassonis degli stagni di Cabras e di Santa Giusta dove anticamente erano usate per la pesca lacustre.

La storia ci dice che le prime barche di papiro furono quelle egizie, così solide da non essere relegate alla sola navigazione sul Nilo ma anche sul mare. Ancora oggi si possono trovare in Africa barche di papiro come quelle degli egizi: in Etiopia nel Lago Tana si chiamano «Tankwa» mentre nel Lago Zwai si chiamano «Shafat», e in Ciad presso il Lago omonimo si chiamano «Kedeye» e i pescatori ancora oggi le costruiscono con le stesse tecniche adoperate circa quattromila anni fa.

Ma tornando alle nostre barche lacustri sarde, la tradizione dei fascioni stava per sparire, perché plastica e tecnologia stavano prendendo il posto del fieno palustre, il feu”, e i giovani non imparavano più dai loro padri l’arte sia della costruzione de Is Fassonis sia della loro conduzione dove è necessaria grande abilità per procedere con il solo aiuto di una pertica negli stagni oristanesi. 

Il comune di Santa Giusta, a 193 km e due ore di macchina dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites, ha allora avuto un’idea geniale: organizzare la “Regata de Is Fassonis” che si tiene la prima domenica del mese di agosto a Santa Giusta. Saranno i maestri costruttori con i laboratori ad insegnare ai ragazzi i metodi di costruzione per conservare e tramandare l’arte dell’intreccio e insegnare le abilità atletiche necessarie per la conduzione de Is Fassonis, a beneficio dell’identità culturale sarda.

La costruzione dell’imbarcazione inizia con la raccolta del fenu” o “feu”, tutelato dalla Regione Autonoma della Sardegna che ne ha delimitato e protetto le zone dove essa si sviluppa. Infatti può essere tagliato solo da metà giugno a metà luglio e viene lasciato a seccare per due settimane per evitare che ammuffisca. Poi si legano i fasci di feu” con corde di giunco intrecciate, a formare, come detto, l’imbarcazione piatta con prua affusolata e poppa tronca.

Una preziosa immagine di Is Fassonis è disegnata sulle pareti dell’ipogeo del Santuario di S. Salvatore a S. Giovanni di Sinis (IV sec. d.C.), poco distante dalla città fenicio-punica di Tharros.

 

“Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito”. (Antoine de Saint-Exupéry)

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di Daniela Toti

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