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Olcu Biendi – L’Arcobaleno

Oggi pomeriggio ha piovuto, la tipica pioggia d’estate, quella che in genere ti lascia con un meraviglioso arcobaleno da guardare. E infatti, dal balcone della stanza del Gabbiano Azzurro Hotel & Suites, lo vedo. Unisce con la sua meravigliosa arcata iridata sospesa nel vuoto, quasi un ponte, Capo Figari e l'Isola di Figarolo all’isola di Tavolara.

Il suo apparire provoca sempre un’emozione forte, di stupore e così è stato fin dalle origini dei tempi. Dopo lampi e saette, tuoni roboanti, ecco la seraficità dell’arcobaleno. Non parla, ma si lascia ammirare in tutta la sua bellezza. E qualche volta, in un impeto di generosità, ne fa apparire due, quasi a duplicare il dono del suo spettacolo. 

Nelle leggende l'arcobaleno è un'entità sacra, sia inteso come una scala degli dei, sia come un serpente divinità dai mille colori. Come potrebbe essere diversamente quando si assiste all’incantevole manifestazione della pioggia che incontra i raggi del sole? Ne parla il capitolo 9 del libro della Genesi, a conclusione della narrazione del diluvio, dove Dio stipula l’alleanza con Noè dicendo: L’arco dunque sarà nelle nuvole, e io lo guarderò per ricordarmi dell’alleanza eterna fra Dio e ogni essere vivente, di qualunque carne che è sulla terra.

In Gallura l’arcobaleno è Olcu Biendi, un grande serpente variopinto che beve in mare e riporta l’acqua alle nuvole, l’orco che beve, appunto.

Anche in altre civiltà l’arcobaleno è considerato un serpente dai mille colori, che scende dal cielo dove abita, e beve nel mare, nei laghi, nei fiumi, negli stagni per riportare in cielo l’acqua scesa con la pioggia. 

È una visione magica alla quale gli antichi greci diedero il nome di Iride, figlia di Taumante (la meraviglia) e di Elettra (lo splendore), una bellissima fanciulla dall'abito svolazzante fatto di tutti i colori, messaggera degli dèi tra il cielo e la terra, ancella di Era, divinità dell'aria. 

E tutti hanno sempre immaginato di raggiungere questa porta del Paradiso, quasi sempre con l’intento di arricchirsi con i tesori da sempre associati all’arcobaleno. Si narra che l’arco attinga l’acqua dei laghi con secchie d’oro… a me da piccola raccontavano che alla base dell’arcobaleno c’erano dei paioli pieni di monete d’oro ma che solo gli gnomi sapevano come raccoglierli.

Ma i perfidi scienziati contrappongono a questo meraviglioso immaginario i loro calcoli e hanno stabilito che nessuno potrà mai raggiungere l'arcobaleno. Sigh!

Da Aristotele, a Cartesio, a Newton, a Spinoza tutti hanno studiato il mistero dell'arcobaleno nel tentativo di scoprirne la natura, a determinarne l'essenza. Chi fissò il numero a sette dei colori fu Newton: Rosso, Arancione, Giallo, Verde, Blu, Indaco, Violetto. Fu lui a svelare il segreto dell'arcobaleno con i suoi studi sulla luce e sui colori, con il suo cerchio cromatico col quale, per veloce rotazione, si ottiene il bianco.

Ma noi guardiamo in cielo dove Olcu Biendi ci colora i pensieri di bello. Perché Non vedrai mai un arcobaleno se guardi verso il basso.” suggerisce saggiamente Sir Charlie Chaplin.

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di Daniela Toti

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