Giorgio Sisini E La Settimana Enigmistica 0 Comments

Giorgio Sisini E La Settimana Enigmistica

La Settimana Enigmistica: chi non la conosce? Un vero e proprio pezzo di storia del nostro paese, che ci accompagna tutto l’anno, in casa, in treno, e anche in spiaggia al Gabbiano Azzurro Hotel & Suites

Forse non tutti sanno che… è stata ideata da un sardo, (come ancora oggi appare scritto nell’ultima pagina del settimanale) il Cavaliere del Lavoro Gr. Uff. Dott. Ing. Giorgio Sisini Conte di Sant’Andrea (1901-1972), discendente della nobile famiglia sarda dei Sisini in Romangia, in provincia di Sassari.

Giorgio Sisini non seguì il padre nelle sue attività ma preferì lasciare l’isola per dedicarsi all’editoria.  Ma non trascurò mai il legame con la sua terra e molti dei capitali ricavati dall’attività di editore confluirono in Sardegna, contribuendo a potenziare l’opera del padre in campo agricolo. Partecipò nel 1945 alla nascita dell’Airone Compagnia Trasporti Aerei, la prima compagnia aerea italiana del dopoguerra, nata in Sardegna, dal nome dei volatili che popolavano il Parco Naturale di Molentargius, a Cagliari. 

Il primo numero de La Settimana Enigmistica arrivò in edicola il 23-1-32, (data palindroma) al prezzo di 50 centesimi di lira. Era allora una rivista unica nel suo genere in Italia, essendosi Sisini ispirato al giornale di enigmistica austriaco Das Rätsel. Sisini optò per una completa indipendenza editoriale, con l’acquisto di una tipografia, una cartiera e perfino con la produzione autonoma di inchiostro. Questo gli permise nel tempo di sbaragliare la concorrenza e controllare circa il 70 per cento del mercato dell’enigmistica, con una vendita stimata dalle 600 mila alle 800 mila copie a settimana, che sono moltissime, registrando solo due ritardi in uscita, nel 43 e nel 45 durante il secondo conflitto mondiale. Chiude tuttora ogni anno con altissimi utili, pur senza ospitare una sola pagina di pubblicità.

A La Settimana Enigmistica si abbina sempre la parola “Bartezzaghi” che diventò sinonimo di impresa difficile, ma affrontabile. Pietro Bartezzaghi, valido collaboratore di Sisini, creava i noti complessi cruciverba a schema libero. Quando nel 1989 morì a soli 55 anni, la sua firma P. Bartezzaghi fu sostituita da quella del figlio A. Bartezzaghi.

Tutta l’attività del settimanale si svolge da sempre in un anonimo storico edificio al 10 di piazza Cinque Giornate a Milano, gli uffici sono su due piani, uno con redattori e ideatori enigmisti e l’altro con i disegnatori, dove il lavoro viene fatto con matita e la gomma, in grande silenzio e dove ognuno svolge il proprio lavoro creativo in solitudine: si sviluppano parole crociate, disegni, quiz, rebus e tutti quei 150 giochi presenti in ogni copia settimanale. In 90 anni quegli uffici non sono mai stati ristrutturati, al massimo solo ritinteggiati. Il fascino della rivista sta proprio nella sua immutabilità, che ci permette di ricordarla sempre uguale nel tempo, quasi un punto fermo nel nostro quotidiano spesso caotico, veloce e mutabile.

La Settimana Enigmistica ha un’alternanza di cui forse non tutti hanno notato: nelle settimane dispari la copertina ospita la foto di una donna e la dicitura «La rivista di enigmistica prima per fondazione e per diffusione», mentre nelle settimane pari ospita la foto di un uomo e la didascalia «La rivista che vanta innumerevoli tentativi d'imitazione!»

Un grande sardo l’Ing. Giorgio Sisini Conte di Sant’Andrea, con il suo settimanale che è stato senza dubbio un veicolo dell’alfabetizzazione italiana e dell’integrazione culturale del Paese. 

 

Nel 1932 nacque la Settimana enigmistica, «creatura che esce perfetta e immutabile dalla mente di Giorgio Sisini», scrisse Giampaolo Dossena, giornalista e enumerato tra i massimi esperti di giochi.”

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di Daniela Toti

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