Intervista Al Secondo Maitre Giovanni "Gianni" Sale 0 Comments
Conoscere Giovanni Sale, per noi Gianni, è un privilegio. Una figura professionale del Gabbiano Azzurro Hotel & Suites di grande spessore. L’educazione, l’equilibrio, la conoscenza del galateo, le buone doti di comunicazione, la disponibilità, l’esperienza, l’età matura ne fanno un perfetto gentiluomo al servizio della prestigiosa clientela del Risto & Bar in Spiaggia e del Blù Restaurant.
D. Gianni, quando ha iniziato il suo cammino professionale?
R. Presto. A 13 anni mio padre mi disse che era ora di andare a lavorare. Le scelte erano o manovale o pastore o cameriere. Scelsi di fare il cameriere a Cala Gonone. In quei tempi si lavorava in estate 30 giorni al mese, dalle 06:45 alle 23:00 orario unico, perché finito di servire il pranzo al ristorante, nel pomeriggio ci mandavano a pescare le attinie, che servivano alla sera a cena. Le racconto un aneddoto (sorride): ai clienti tedeschi piaceva dilungarsi al tavolo dopo cena bevendo qualche drink. Allora il proprietario aveva un metodo tutto suo per mandarli a dormire: lasciava libero Pallino, un cinghialetto di 50 chili che aveva allevato da cucciolo, il quale correndo libero nel ristorante spaventava i clienti facendoli scappare via.
D. Quanto è stato a Cala Gonone?
R. Quattro anni. Nel frattempo però in inverno frequentavo la scuola Alberghiera di Arzachena. L’insegnante di Tecnica era allora anche direttore dell’Hotel Baia Cadinas e mi impiegò come economo in estate nella sua struttura. Finalmente con orari decenti, riposo, e busta paga per la prima volta. L’anno dopo invece fu un’esperienza particolare. Era un altro hotel di Baia Sardinia che ci aveva promesso la busta paga e invece ci pagava in acconti fuori busta. Eravamo in 52 dipendenti e occupammo l’albergo in pieno agosto, dirottando gli ospiti in altri alberghi. Vincemmo la causa ma non fummo mai risarciti (sospira sorridendo). Anche l’anno dopo il ristorante di Liscia di Vacca che mi assunse non ci dava la busta paga, ma fu una delle stagioni più ricche per noi grazie alle laute mance lasciate da clienti del calibro di Rothschild e Krupp. Pensi che a quei tempi facevamo noi il transfer per loro in barca dal molo vecchio di Porto Cervo ai loro lussuosi yacht.
D. Le cose non erano facili in quegli anni. Vede, Gianni, il suo racconto dà l’idea di come le leggi che tutelano i diritti fondamentali del lavoratore abbiano fortunatamente progredito in meglio… poi fu la volta dell’estero, vero?
R. Sì, negli anni 80: feci il militare ma pochi mesi dopo mi mandarono a casa. Allora, con in tasca solo una tessera ferroviaria scaduta andai in Germania. Nessuno mai mi chiese i documenti, (ride) curioso vero? Due anni tra Stoccarda e Berlino dove c’era ancora il muro.
D. E al rientro in Italia?
R. Nel frattempo mi ero sposato e continuai con lavori stagionali fino a quando con mio fratello ed un amico decidemmo di prendere la gestione del Ristorante Pizzeria il Lido di Alghero. C’erano 20 dipendenti e facevamo fino a 600 pizze per sera. Alle due del mattino andavo a prendere il pesce fresco, e il resto della spesa da dare alla cucina e alle nove eravamo già pronti per il ristorante. Siamo stati tra i primi ad avere i tavoli sulla sabbia! Ma i miei due soci si ritirarono perché il lavoro in proprio li spaventava e io non me la sentivo di continuare da solo. Ci riprovai con la gestione del ristorante Nabila di Olbia con mio fratello e lo chef ma dopo 3 anni e mezzo l’intesa si sciolse. Poi dal 94 al 2004, per dieci anni, lavorai all’Hotel Ristorante di Olbia.
D. E quindi fu la volta del Gabbiano Azzurro Hotel & Suites…
R. Sì, era l’aprile del 2004. E questa è la mia 19esima stagione qui.
D. Da allora come si è evoluta la struttura?
R. I primi anni avevamo solo clienti italiani, ricordo che due volte alla settimana si faceva grigliata di pesce una volta e l’altra la cucina locale sarda con il porceddu. Era bello perché invitava alla convivialità e i clienti riuscivano a familiarizzare in quelle settimane di ferie. Poi l’Hotel fu ristrutturato e migliorato, ottimizzando il servizio rivolto ad un target più alto dei clienti. Divenne più internazionale, fino ad arrivare ad una alta percentuale di stranieri che arrivavano da tutta l’Europa, ma anche da USA e dal Canada. La Proprietà ha reso l’ambiente prestigioso e piacevole da lavorarci, fatto è che tra poco il mio rapporto lavorativo qui compirà 20 anni.
D. E siamo arrivati ai giorni nostri, Gianni. Quale è il consiglio che darebbe ai giovani? Quale è il suo segreto?
R. Ho fatto tanta esperienza ed ho visto tante cose e sono arrivato alla conclusione che il segreto è la pazienza, la riflessione ma, soprattutto, avere tanta voglia di lavorare.
Non potevo aspettarmi altro se non una conclusione colma di saggezza, Gianni. Grazie davvero, è stato affascinante percorrere con lei 53 anni di carriera nel mondo della ristorazione. Le auguro un buon proseguimento.
--
di Daniela Toti
Condividi i tuoi commenti con noi!