La Leggendaria Foca Monaca In Sardegna 0 Comments

La Leggendaria Foca Monaca In Sardegna

Un’ottima notizia gira negli ultimi tre anni: la foca monaca sta ripopolando alcune coste del Mediterraneo. Sì, perché questa mite e simpatica pinnipede circa cinquant’anni fa era praticamente scomparsa; ma ora è tornata e l’evento è entusiasmante. Della foca monaca ne rimangono dai 500 ai 700 esemplari, il numero è spesso discordante, e vive nelle coste di alcune isole del Mediterraneo.

È un animale è molto simile alle altre foche, con il corpo allungato, rivestito da uno spesso strato adiposo e ricoperto da un fitto pelo corto, è sempre stata co-interprete della storia delle popolazioni mediterranee. Gli antichi greci la tutelavano in omaggio a Poseidone e ad Apollo e la sua immagine è riportata in molte ceramiche della civiltà greca. Autori classici come Omero, Plutarco e Aristotele l’hanno citata nei loro scritti e godeva presso i pescatori la fama di simbolo di buon augurio nelle uscite di pesca in mare.

Abitualmente dorme in superficie in mare aperto o utilizzando piccoli anfratti sul fondale, in qual caso risale periodicamente a respirare. Si nutre di molluschi cefalopodi, crostacei e pesci, murene, corvine, cernie, dentici e pelagici catturati in mare aperto.

Molto voraci, si spostano anche di alcune decine di chilometri al giorno per procurarsi il cibo, immergendosi continuamente; arrivano fino a 90 metri di profondità, e forse anche di più, per la caccia di prede. I maschi adulti sono fortemente territoriali e, nel periodo riproduttivo in autunno, si battono con altri maschi. Le femmine iniziano il periodo riproduttivo dopo i 3-5 anni di età, in autunno, e la gestazione dura circa 12 mesi. Per il parto e l'allattamento, che avvengono sulla terra ferma, preferiscono i tratti di mare vicini alle coste, cercando spiagge isolate, grotte o piccoli anfratti accessibili solo dal mare. I piccoli sono già in acqua a pochi giorni dalla nascita. L'allattamento dura per dodici settimane, in seguito i giovani tendono ad abbandonare il gruppo originario. La foca monaca vive dai 20 ai 30 anni.

Per secoli la foca monaca ha popolato la costa orientale della Sardegna nuotando libera nelle acque del Golfo di Orosei, a 130km e due ore dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites,  dalle Grotta di Ispinigoli e del Bue Marino, rifugiandosi nelle grotte e alimentandosi con quanto il mare offriva abbondantemente. Il nome delle Grotte del Bue Marino, deriva dl sardo "Su Oe 'e Mare" (bue del mare) nome che i pastori davano alla foca monaca, le cui dimensioni richiamavano quelle del bue terrestre.

Ma dagli anni ’80, quando la pesca da sostentamento è diventata commerciale, la sua abilità mise la foca monaca in conflitto coi pescatori, perché rompeva le reti per impossessarsi del pescato annullando intere battute di pesca; per contro la sua docilità la rendeva facile preda dei pescatori che difendevano il loro lavoro. Per questo i pescatori diedero questo nome a Cala Mariolu, dove “mariolu” significa appunto “ladra”.

Dalle politiche di conservazione arrivano buone notizie che si riferiscono alla foca monaca non più “in pericolo critico” ma solo “in pericolo”.

È quindi appurato che la Sardegna non piace solo ai turisti, ma anche alle foche monache delle quali aspettiamo ansiosi il ritorno.

 

“...Dapprima mi sembrò una specie di tonno, tanto era grande. Poi i miei occhi si spalancarono, mentre guardavo i suoi. Aveva gli occhi umani, e una triste espressione di donna, sola nella vastità del mare”. (L’incontro con la foca monaca di Jack dal web)

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di Daniela Toti
foto di Salvatore Grispu 

 

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