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Paidobus, La Scuola Mobile

Nella Sardegna del Nord, zona privilegiata da questo blog perché più fruibile dagli ospiti del Gabbiano Azzurro Hotel & Suites, fino al 1956, non c’era la scolarizzazione dei bambini, figli di quel mondo tradizionale agro-pastorale, che vivevano nell’interno, lontani dai centri abitati e quindi dalle scuole. Erano destinati a rimanere analfabeti per la lontananza e anche la mancanza di strade che collegavano i vari centri abitati e le scuole.

L’idea venne al Provveditore di Sassari, Salvatore Cappai: non più il fanciullo che va a scuola, ma la scuola che va incontro al fanciullo. Un progetto lungimirante che avrebbe permesso a quei bambini di accedere a un diritto fondamentale sancito nel 1948 dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani all'art. 26: “Ogni individuo ha diritto all'istruzione”.

Fece quindi preparare degli autobus speciali e sulle fiancate fece scrivere “Scuola Mobile”. Li chiamò Paidobus, dal greco pais-paidós, ragazzo. Il Bus dei ragazzi. Avevano 20 posti a sedere, con scrittoi pieghevoli sugli schienali, lavagna girevole, proiettore, giradischi, radio. Una cucina a gas, perché si serviva anche la refezione. Erano previste anche lezioni all’aperto, per cui c’erano venti banchi pieghevoli in ferro e un tendone che, ancorato alla fiancata del pullman, proteggeva gli alunni dal sole. C’era perfino una biblioteca con romanzi e dizionari. 

Il Paidobus introduceva anche una riforma del metodo scolastico con la pluriclasse. Non furono raggiunti solo risultati formativi ma anche sociali e assistenziali, perché, dotando gli alunni del materiale didattico e assicurando loro il pranzo, si aiutavano economicamente le famiglie.

Racconta Giovanni Gelsomino, ex insegnante e animatore dell’Almanacco Gallurese: «Una scuola delle meraviglie, in un’area dove quasi non era finito il medioevo, niente strade carrozzabili, niente telefoni, spesso nemmeno l’elettricità, e chilometri e chilometri tra uno stazzo e l’altro, gente isolata dal resto del mondo che non sapeva cosa accadeva a poca distanza dalla propria casa»

Pensate come questa opportunità cambiò la vita a quei bambini. Non erano chiusi in un’aula e affrontavano le materie scolastiche anche “viaggiandoci” dentro. Dov’era il mare? E andavano a vederlo. La Macchia Mediterranea? E ne odoravano il profumo.

Furono quattro i pullman impiegati nel progetto e sicuramente cambiarono la vita di alunni e genitori. Divenne inoltre un mezzo di integrazione sociale laddove la distanza tra gli stazzi agricoli non permetteva la stessa socializzazione. Chi ha vissuto la scuola dell’epoca dei Paidobus ricorda un ambiente allegro, un’atmosfera giocosa tra bambini di età diverse che apprendevano quasi come in gita scolastica, ma in modo serio ed efficace.

Uno di quei bambini privilegiati, oggi docente universitario, che sul Paidobus aveva frequentato la 4° e la 5° elementare fra il 1956 e il 1958, racconta: Da un giorno all’altro siamo stati proiettati nel futuro, è stata un’accelerazione del tempo, in una zona dove l’analfabetismo e la dispersione scolastica erano altissimi … Mi ritengo fortunato, ho beneficiato di una congiunzione astrale favorevole, questa struttura era un’opportunità straordinaria.”

Quell’area dove operavano i quattro Paidobus sarebbe passata, solo un decennio dopo, da spopolata e disagiata a turistica ed elitaria con lo sviluppo della Costa dell’Aga Khan. Infatti dieci anni dopo, con avvento del turismo in Costa, la Gallura e i suoi abitanti subirono un grandissimo cambiamento mai visto prima. Le zone interne si spopolarono in favore degli insediamenti lungo la costa, sorsero villaggi e case e si resero necessarie anche le costruzioni delle scuole fisse, facendo così concludere la meravigliosa esperienza della “Scuola Mobile”.

"Scopo della scuola è quello di sostituire una mente vuota con una aperta..." (Malcolm S. Forbes)

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di Daniela Toti

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