Le Pere, Antichi Frutti Della Sardegna 0 Comments
Recuperare le antiche varietà sarde di frutta è anche recuperare il patrimonio di un territorio e parte della sua storia. All’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari (ISPA) si sta studiando la frutticoltura tradizionale sarda e la sua biodiversità, analizzandone le proprietà nutrizionali e organolettiche. Si è scoperto che mele, pere e susine sarde hanno un contenuto di polifenoli e antiossidanti superiore a quelle coltivate altrove.
Le coltivazioni dell’Isola sono antiche, l’isolamento geografico ha favorito lo sviluppo di forme tipiche sarde. Tra queste ci sono agrumi (aranci di Muravera), mandorle, pesche di San Sperate, corbezzoli e anche le pere.
Abbiamo delle varietà di pere che si coltivano da sempre solo in Sardegna, eredità di antichissima tradizione rurale, tramandata di generazione in generazione. Vediamone alcune.
Sa Pira Mamoi, fa parte dei “frutti antichi dimenticati”, ed è una varietà di pera che custodisce in sé una storia di tradizione abbracciando secoli di storia. Era un frutto gradito ai pastori durante i periodi di transumanza, per la sua lunga durata. Le sue caratteristiche organolettiche erano usate anche per profumare cassetti e cassapanche. Ha una forma schiacciata che la fa sembrare quasi una mela con un aspetto ceroso e bello da vedersi. Si raccoglieva i primi di ottobre ma appena colta è immangiabile quindi, per essere consumata in inverno, era sottoposta a un processo di maturazione e conservazione che consisteva nell’immergere il frutto in acqua di fonte con l’aggiunta di sale o aceto che la rendeva nera ma più facile a sbucciare e mangiare.
Sa Pira Camusina, la pera precoce sarda: è una varietà a rischio di estinzione. Viene coltivata solo in poche zone dell’isola e deperisce già un paio di giorni dopo il raccolto, richiedendo perciò un consumo immediato. Il nome di Pera Camusina proviene forse da Camogli in Liguria, da dove sarebbe stata importata. È una pera rustica e autoctona, raccolta a fine giugno e all’inizio di luglio. È piccola, ha la buccia giallo-verde arrossata nelle parti esposte al sole, soda e succosa e molto dolce.
Sa Pira Olzale, la pera nera della longevità: a differenza della Camusina, è lasciata maturare per renderla morbida. Il colore della buccia assume una tonalità molto scura, quasi nera quando raggiunge la completa maturità, viene mangiata con il cucchiaio tagliandola a metà. Tra le sue proprietà, i tannini contenuti nel frutto contribuiscono alla longevità sarda, che allora dovremmo aggiungere agli alimenti descritti nel nostro blog: i 10 Alimenti Sani Della Sardegna "Zona Blu".
Sa Pira De Bau, la pera estiva succosa e dolce, viene raccolta in luglio, e si consuma fresca ma viene anche molto utilizzata per i succhi di frutta.
Le pere sarde sono resistenti alle malattie ma quelle del nuorese e della Barbagia non producono micotossine, quindi non hanno muffe e questa particolarità è oggetto di studio da parte dell’Università di Cagliari. Si è inoltre scoperto che il liofilizzato di pera Vacchesa sta dando ottimi risultati nello studio delle malattie dentali e parodontali, contro l’alitosi da disordini dentali e contro i radicali liberi dopo operazioni del cavo orale. È inoltre un eccellente cicatrizzante, tanto che se ne sta studiando l’uso per l’Helicobacter pylori.
“Quella che Omero definiva “un dono degli dei” è in realtà una pletora di tanti frutti grandi e piccini, oblunghi e grassottelli, aciduli e dolcissimi, di pasta fine o granulosa, compatta o morbidissima. Tutti figli di una pianta madre, il Pyris communis.” (Licia Granello)
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