Gin Made In Sardinia 0 Comments

Il Gin Sardo

La Sardegna mi piace, l’amo molto, un amore che cerco di comunicare in questo blog, specie quando cerco di trasmettere le sue bellezze nascoste prevalentemente nell’entroterra, visto che le meraviglie del suo mare sono già note ai più. 

La ricca Macchia Mediterranea è una componente essenziale del fascino del territorio sardo. Oggi proviamo a “distillare” dalla Macchia uno dei suoi protagonisti: il Ginepro, Juniperus Oxycedrus, noto anche come Ginepro Coccolone. 

È una pianta che, avendo poche esigenze idriche, vive bene nel clima del mediterraneo, con estati calde e secche e inverni miti, in terreni rocciosi che offrono un buon drenaggio. Queste condizioni ambientali favoriscono una crescita ottimale del Ginepro sardo e garantisce una produzione di bacche, chiamate anche coccole, che hanno, tra le altre, anche la proprietà di conferire al Gin, in infusione, un aroma intenso e resinoso, con note terrose e leggermente speziate. 

Il Gin sardo si distingue per l'aggiunta alla bacca di Ginepro di botanici tipici della regione, quali il mirto, il corbezzolo, la lavanda, il finocchio selvatico, la menta selvatica e altre erbe che gli conferiscono note aromatiche floreali, erbacee e mediterranee caratteristiche del territorio. 

Si dice che fare un Gin è molto semplice, lo può fare chiunque: prendi delle bacche di Ginepro e le metti in infusione in un alcol neutro. Fare un buon Gin è molto difficile. Fare un Gin ottimo è un’arte.

La distilleria di Silvio Carta ne ha fatto sicuramente un’arte. Il figlio Elio è stato il primo distillatore di Gin in Sardegna: dopo l’ennesimo tentativo, (per produrre il suo primo Gin ha distillato oltre 7.500 litri di alcol. Pagati, provati e buttati…) la sua ricetta finale prevede che le bacche di Ginepro siano in infusione a freddo per circa 15 giorni e quindi si aggiungono le altre botaniche che vengono prodotte, raccolte e lavorate dall’azienda, poi infuse e distillate, senza l’aggiunta di altre sostanze.

Un altro interessante imprenditore sardo, Frediano Mura, che ha preso in mano l'azienda del padre, “Fragus e Saboris de Sardigna”, a Sadali, a 220 km da farsi in tre ore e mezza, dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites, ha creato il Gin Lampus, il primogenito della nuova famiglia dei ThunderGin, “il Gin elettrico”, un Gin sardo unico, un’esperienza sensoriale simile a una vera e propria scarica di elettricità, che dalla Sardegna entra brillando nel mondo del beverage. Tutte le 21 spezie vengono distillate singolarmente, senza alcool, per poi essere unite insieme al macerato alcolico e distillate nuovamente, impiegando alambicchi in rame. Lampus è il nome sardo che indica i lampi, i fulmini, le saette. Le stesse che si riproducono nel palato di chi assaggia questo Gin straordinario.

Unico nel suo genere, un singolare Gin sardo proprio della Gallura è il Dhea Hops Dry Gin, dove, con il Ginepro comune e il Ginepro coccolone, come botanica vengono usati dei luppoli neozelandesi, legandolo però al territorio con Sa Pompìa: l'agrume esclusivo della Sardegna. Il suo ideatore, Alessandro Ruda, ha quindi selezionato solo questi tre ingredienti per collegare un Gin al suo amore per la birra. Da un’innovativa tecnica per produrre la birra la “Dry Hopping Estrazione Alcolica” nasce l’acronimo DHEA. E si ispira ad una Dhea l’immagine femminile nell’etichetta: un Ginepro la cui forma ricorda una donna del Supramonte di Oliena, “La Signora del Monte Corrasi”. Il Dhea Hops Dry Gin viene distillato a Berchidda, a 57 km dal Gabbiano Azzurro Hotel & Suites raggiungibile in 40 minuti in macchina. 

Ottimo il Gin Tonic con Dhea, perché le sensazioni agrumate della Pompia possono sostituire il supporto della scorza di limone.

Chiedete ai bar del Gabbiano Azzurro Hotel & Suites un Gin Tonic con Gin sardo: ne sarete piacevolmente sorpresi e le sue proprietà organolettiche vi conquisteranno. 

“Un Gin Tonic sotto la sua piccola copertura di lime, eleva il carattere e rende la conversazione illuminata" (Michael Chabon)

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di Daniela Toti