Intervista Al Capo Barman Gianluca Derosas 0 Comments

Intervista Al Capo Barman Gianluca Derosas

Gianluca Derosas, è il Barman del Gabbiano Azzurro Hotel & Suites. Ha 38 anni ed è un vulcano di piacevolissima energia. Che gli piaccia il suo lavoro lo si capisce da ogni fibra del suo essere. È figlio d’arte, mi dice, e quindi è sempre stato sin da ragazzino dietro un bancone del bar con il suo babbo. Forse per un breve tempo aveva sognato di diventare pilota dell’aeronautica militare ma Gianluca porta gli occhiali, per cui il sogno così com’è nato è anche svanito. 

Ma non importa. Ha deciso di fare l’alberghiero ad Arzachena e lì già dal primo anno ha potuto fare esperienza durante le vacanze al Grand Hotel Porto Cervo grazie ad un professore della scuola che aveva già visto in quel 15enne un alto potenziale. In quegli anni ha incominciato a capire che il lavoro estivo non gli pesava anzi era diventato la sua passione. 

A 18 anni si è trasferito a Saint Moritz in un Hotel a 5 stelle dove è stato per una stagione invernale, durante la quale ha imparato la disciplina e la precisione svizzera che lo hanno formato e lo hanno portato a Milano al Melià Hotel, un altro 5 stelle, dove ha lavorato per 5 anni. Successivamente è andato a Londra dove è diventato capo barman. È stata una vita frenetica per 6anni ma sono passati in fretta perché aveva tanto da imparare sui cocktail, sull’ IBA e lì Gianluca si scopre Mixologist.

D. Gianluca, mi dica cos’è un Mixologist, che per me è un temine nuovo.

R. Il Mixologist è un vero cultore dei cocktail, si preoccupa dell’alchimia perfetta fra i componenti del cocktail fidandosi del suo palato, utilizzando ingredienti originali e tecniche moderne, per creare accostamenti speciali con gli alcolici, ma anche analcolici, coinvolgendo i suoi clienti spiegando le fasi della creazione delle sue opere. Mixologist non si diventa: si nasce.

D. Quali sono gli aromi che predilige nei suoi cocktails?

R. Il Gin è presente al 60% perché i suoi botanici profumano ma non prevalgono. Da buon Mixologist poi lo abbino con altri aromi e sapori. Io sono sempre alla ricerca di abbinare il mio drink con chi lo berrà. 

D. C’è un cocktail che le ha dato più soddisfazione di altri?

R. (non ha esitazione) il Costa Smeralda, di mia creazione. Gin, lampone fresco, pochissima grappa, uva zibibbo e prosecco. L’ho portato ovunque con successo.

D. Ha introdotto qualche “sardità”?

R. Ho fatto una cernita dei Gin sardi più validi, che riconducano, al primo sorso, a colori e profumi che richiamino la macchia mediterranea. La pianta del ginepro in sardo è giniperu e il prodotto ottenuto distillandone le bacche viene chiamato giniu. 

D. Ho notato che avete introdotto al bar delle meravigliose Tisane.

R. Si, ne abbiamo alzato la qualità in foglie ricercate. Sa qual è il mio progetto? Usarle da fredde per meravigliosi cocktails.

D. Per me cosa creerebbe?

R. Lei ama il gin naturale, l’ho capito, senza molte infiorettature e quindi le preparerei un Gin Tonic sardo con sensazionali richiami alle erbe spontanee dell’isola.

D. Lei, Gianluca, verso dove si proietta nel futuro?

R. (sorride) Vorrei tornare a Londra, dove tutto è molto competitivo. Forse in un Private Member Club, ma anche poter diventare un Food & Beverage Manager in una struttura che lo preveda. Per ora l’ambiente del Gabbiano mi piace e soddisfa le mie ambizioni. Un domani, forse…

 

Grazie Gianluca, è stata una chiacchierata davvero ricca di “aromi”. Ad Maiora.

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di Daniela Toti

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