Sas Baddes – I Lecci Sardi 0 Comments
Al centro della Sardegna, nell’affascinante e selvaggio Supramonte, si trova uno dei boschi di lecci primari più antichi ed estesi d’Europa: Sas Baddes, fiore all’occhiello della foresta demaniale, una delle leccete più antiche ed estese d’Europa.
Nella foresta di Montes, 4586 ettari su rilievi di mille metri di media, a pochi chilometri da Orgosolo, 1000 ettari sono occupati da una distesa di lecci che vanta alberi imponenti alti tra i 20 e i 25 metri, che coabitano con aceri, agrifogli, corbezzoli, filliree e tassi.
Il leccio è una pianta molto longeva (può raggiungere i 1000 anni) e possiamo chiamarlo “il gigante del Mediterraneo” perché è alto fino a 30 m, con chioma consistente verde scura, mentre il tronco può raggiungere oltre i due metri di diametro.
Possiamo definire magica la foresta di Sas Baddes perché l’incredibile silenzio al suo interno fa perdere l’orientamento e sembra di vagare in mezzo ad un nulla verde, che ti avvolge in una fragranza particolare: è terra, è erba, è corposa, è bagnata... è la natura, che tu respiri e lei ti abbraccia.
È una Foresta Vetusta, la cui affascinante particolarità consiste nel fatto che, privi di qualsiasi interferenza dell’uomo, gli alberi riescono a compiere il loro ciclo vitale completo fino alla morte naturale, la cui durata può variare tra i 300 e i 500 anni. Analizzando la storia dei vecchi alberi si scopre che hanno completato le 4 fasi che costituiscono il ciclo strutturale: Degradazione, Rinnovazione, Costruzione e la fase Biostatica che ha la durata di 150-250 anni. In una foresta vetusta esistono numerose generazioni di alberi dove piante plurisecolari, il cui ciclo di vita si è completato, crescono vicini a piantine più giovani, passando loro il testimone.
Dentro il cuore della foresta si trovano due costruzioni nuragiche: il Nuraghe Mereu, costruito con massi di calcare bianco e conosciuto anche come Nuraghe Intro ‘e Padente (dentro la foresta), che è un edificio megalitico con tre torri e fu probabilmente costruito a protezione di un villaggio vicino dove sono stati trovati resti di anfore votive, e il Nuraghe Presethu Tortu chiamato anche Gorropu perché vicino alla famosa gola-canyon. Sono presenti anche resti nuragici come il villaggio di sas Baddes, inserito nella lecceta, e due tombe dei giganti, vicino alla valle sa Senepida.
Della bellezza e peculiarità del Supramonte ne abbiamo già scritto. C’è in questo luogo la forza della natura che ha creato grotte collegate tra loro, dirupi, doline, corsi d’acqua sotterranei. La biodiversità ne fa un’oasi di protezione faunistica: il muflone, il cinghiale, il gatto selvatico, il ghiro e la martora. Ai limiti della foresta vivono lepre, pernice e volpe. L’aquila reale con l’astore, il corvo imperiale, il falco pellegrino, il gheppio e lo sparviero dominano le cime.
Domenico Ruju, fotografo sardo, dice: “… affacciandosi dalla grande terrazza di Monte Novo San Giovanni si può godere di uno degli scenari più selvaggi dell’intera Europa: Il Supramonte. La montagna si presenta subito senza infingimenti, svelando la sua natura aspra, priva di compromessi, intrisa di una sconvolgente bellezza.”
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di Daniela Toti
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